Le aziende alimentari italiane danno l'addio all’olio di palma? - InformaCibo

Le aziende alimentari italiane danno l’addio all’olio di palma?

di Informacibo

Ultima Modifica: 05/05/2016

Roma maggio 2016. Le aziende alimentari italiane hanno annunciato, con cautela, l’addio all’olio di palma. L’annuncio è stato dato da un comunicato dell’Aidepi (associazione delle aziende del settore che raggruppa tutti i marchi famosi come: Ferrero, Mulino Bianco, Bauli…) dopo la condanna dell’olio di palma da parte dell’Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare che ha sede a Parma, secondo cui questo grasso tropicale contiene sostanze tossiche e non fa bene soprattutto ai bambini. (QUI il documento dell'Efsa)

"Siamo un settore responsabile – spiega l’Aidepi, associazione aderente a Confidustria – le indicazioni dell’Efsa sono fondamentali per noi e faremo le scelte giuste per tutelare la salute dei consumatori. Con questo obiettivo ci siamo già messi in contatto con il ministero della Salute per valutare insieme come procedere dando la nostra massima disponibilità e collaborazione. Anche questa volta faremo la nostra parte".

Stessa posizione di collaborazione anche da parte delll’Unione italiana per l’olio di palma sostenibile, nata a ottobre 2015 per coordinare le attività di comunicazione a sostegno di questo grasso tropicale: "Fa piacere vedere che l’Efsa – spiega il presidente Giuseppe Allocca – riconosce gli sforzi fatti fin qui dai produttori, a livello volontario, tradotti in un deciso miglioramento dei processi di raffinazione con conseguente significativo abbattimento delle sostanze potenzialmente nocive. La recente indicazione dell’Autorità di Parma rappresenta un ulteriore stimolo al lavoro dell’industria alimentare nella ricerca e adozione di processi di raffinazione ancora più sicuri di tutti i grassi vegetali e animali, e, quindi, anche dell’olio di palma. Intendiamo proseguire con rinnovato impegno su questa strada".

Ma a chiedere chiarimenti al Ministro della Salute arriva anche l'interpellanza della battagliere deputata del Pd, Colomba Mongiello, che chiede al ministro Beatrice Lorenzin "quali siano le valutazioni del ministero in merito ai rischi per la salute dei consumatori derivanti dall’utilizzo dell’olio di palma come ingrediente negli alimenti, nonché dalle sostanze che si formano durante le lavorazioni alimentari, in particolare quando gli oli vegetali vengono raffinati ad alte temperature (circa 200° C)".

Da parte sua il ministro Lorenzin ha deciso di chiedere al Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis, tramite la nostra Rappresentanza presso le Istituzioni comunitarie di Bruxelles, di avviare con urgenza l’esame del parere Efsa.

Il nostro ministro ha chiesto una valutazione della questione nei gruppi tecnici competenti presso la Commissione al fine di considerare l’eventuale necessità di procedere all’adozione di misure, anche in via precauzionale, finalizzate alla tutela della salute dei cittadini europei. "Il ricorso a strumenti comunitari è indispensabile per garantire un approccio realmente tutelante, in quanto omogeneo in tutto il territorio dell’Unione, con l’adozione, se necessarie, di misure uguali in tutti i Paesi membri sia da parte delle Autorità che del settore produttivo", ha precisato il ministero della Salute.
 

La posizione dell'Associazione industriali della pasta e del dolce italiani (Aidepi)

"Abbiamo seguito con la massima attenzione la diffusione del parere dell'Efsa sulla presenza dei contaminanti 3-MCPD e GE in molti alimenti inclusi alcuni prodotti da forno e, come sempre abbiamo fatto in passato, ci impegnano fin da ora a fare, nel piu' breve tempo possibile, tutte le scelte necessarie per la massima tutela della salute del consumatore",  scrive in una notal'Aidepi.
"Ogni indicazione dell'Efsa e' per noi un riferimento imprescindibile, anche rispetto alle nostre strategie aziendali e associative, e quindi non mancheremo di intraprendere i percorsi necessari per onorare il patto di fiducia che sa sempre abbiamo con i nostri consumatori. Con questo obiettivo ci siamo gia' messi in contatto con il Ministero della Salute per valutare insieme come procedere dando la nostra massima disponibilita' e collaborazione. Aidepi rappresenta aziende e imprenditori che si sono sempre distinti per responsabilita' sociale, avviando spesso percorsi a tutela della salute pubblica prima ancora che si trasformassero in obblighi di legge. Anche questa volta faremo la nostra parte".
 

La posizione dell' Unione Italiana per l'Olio di Palma Sostenibile

“La salute e la sicurezza di consumatori sono la priorità per le nostre aziende che si sono impegnate e si impegnano quotidianamente per garantire prodotti sicuri sul mercato. Pertanto come Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile accogliamo con soddisfazione il nuovo parere dell’EFSA”.

“Approfondendo lo studio, fa piacere vedere che l’EFSA riconosce gli sforzi fatti fin qui dai produttori, a livello volontario, che si è tradotto in un deciso miglioramento dei processi di raffinazione con conseguente significativo abbattimento delle sostanze potenzialmente nocive.”

“La recente indicazione dell’EFSA pone nuovi e più ambiziosi obiettivi e rappresenta un ulteriore stimolo al lavoro dell’industria alimentare nella ricerca e adozione di processi di raffinazione ancora più sicuri di tutti i grassi vegetali e animali, e, quindi, anche dell’olio di palma. Intendiamo proseguire con rinnovato impegno su questa strada”.
Queste le dichiarazioni di Giuseppe Allocca Presidente dell’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile a commento dello studio EFSA dal titolo “rischi per la salute relativi alla presenza di 3- e 2-MCPD e i loro acidi grassi esteri e degli acidi grassi esteri del glicidiolo negli alimenti”.

L'Interrogazione al Ministro della Salute a firma di Colomba Mongiello, PD

Interrogazione a risposta in Commissione,
Al Ministro della Salute per sapere se non intenda ad ogni modo attivarsi affinchè siano rivisti tutti i parametri per l’uso dell’olio di palma in campo alimentare e contestualmente, entro i limiti consentiti dalla normativa comunitaria e nazionale allo scopo applicabile, se non intenda fornire utili indirizzi verso i consumatori perché scelgano alimenti più sani, in particolare prodotti a base di olio extravergine di oliva italiano di qualità, che è spremuto a freddo, è sicuro e molto più sano.

Per sapere, premesso che,
Sul sito istituzionale dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), il 3 maggio scorso è stato pubblicato un rapporto scientifico sui “Contaminanti da processo in oli vegetali e alimenti” ed in tale ambito si è evidenziato che i contaminanti da processo a base di glicerolo presenti nell’olio di palma, ma anche in altri oli vegetali, nelle margarine e in alcuni prodotti alimentari trasformati, danno adito a potenziali problemi di salute per il consumatore medio di tali alimenti di tutte le fasce d’età giovanile e per i forti consumatori di tutte le fasce d’età.

L’EFSA ha valutato i rischi per la salute pubblica derivanti dalle sostanze: glicidil esteri degli acidi grassi (GE), 3-monocloropropandiolo (3-MCPD), e 2-monocloropropandiolo (2-MCPD) e loro esteri degli acidi grassi. Tali sostanze si formano durante le lavorazioni alimentari, in particolare quando gli oli vegetali vengono raffinati ad alte temperature (circa 200° C).

I più elevati livelli di GE, come pure di 3-MCPD e 2-MCPD (compresi gli esteri) sono stati rinvenuti in oli di palma e grassi di palma, seguiti da altri oli e grassi. Per i consumatori di tre anni di età e oltre, margarine e ‘dolci e torte’ sono risultati essere le principali fonti di esposizione a tutte le sostanze.

Il gruppo di esperti scientifici dell’EFSA ha esaminato le informazioni sulla tossicità del glicidolo (composto precursore dei GE) per valutare il rischio dai GE, ipotizzando una conversione completa degli esteri in glicidolo dopo l’ingestione. La dott.ssa Helle Knutsen, presidente del gruppo CONTAM, ha dichiarato che “Ci sono evidenze sufficienti che il glicidolo sia genotossico e cancerogeno, pertanto il gruppo CONTAM non ha stabilito un livello di sicurezza per i GE”, e che “L’esposizione ai GE dei bambini che consumino esclusivamente alimenti per lattanti costituisce motivo di particolare preoccupazione, in quanto è fino a dieci volte quella che sarebbero considerata di lieve preoccupazione per la salute pubblica”

Il gruppo ha concluso che i GE sono un potenziale problema di salute per tutte le fasce d’età più basse e mediamente esposte, nonché per i consumatori di tutte le età che risultino fortemente esposti.

La stima della media e le esposizioni elevate al 3-MCPD di entrambe le forme per le fasce di età più bassa, adolescenti compresi (fino a 18 anni di età), superano la DGT e costituiscono un potenziale rischio per la salute.

L’olio di palma contribuisce in maniera rilevante all’esposizione a 3-MCPD e 2-MCPD nella maggior parte dei soggetti. I livelli di 3-MCPD e dei suoi esteri degli acidi grassi negli oli vegetali sono rimasti in gran parte invariati nel corso degli ultimi cinque anni;

Anche nel nostro paese è stato condotto uno studio sanitario sugli effetti dell’olio di palma sulla salute. In particolare, l’Istituto Superiore di Sanità, in data del 19/02/2016, ha fornito risposte al Ministero della salute in seguito alla sua richiesta di parere tecnico scientifico “sull’ eventuale tossicità dell’ olio di palma come ingrediente alimentare”;

Il documento in oggetto, nel descrivere il contesto di riferimento dell’olio di palma ed i dati di mercato che lo riguardano, ha tratto conclusioni assai importanti in ordine ai potenziali rischi per la salute che tale sostanza può arrecare se utilizzato come ingrediente;

Giova ricordare, come per altro meglio chiarisce l’Istituto, che l’olio di palma è una materia grassa che deriva dalla polpa del frutto della palma da olio (Elaeis guineensis) ed è un grasso di consistenza solida a temperatura ambiente. In forma grezza è anche conosciuto come olio di palma rosso per la sua colorazione derivante dall’elevata presenza di carotenoidi. In Europa l’olio di palma è utilizzato dopo raffinazione, quindi nella forma incolore, quasi del tutto priva di carotenoidi. Anche dai semi della palma si ricava un olio, chiamato olio di palmisto, utilizzato in ambito alimentare quasi esclusivamente per glasse e decorazioni dei prodotti dolciari.

La palma da olio è coltivata esclusivamente nelle zone tropicali umide. In particolare l’olio di palma viene prodotto in Indonesia e Malesia che da sole totalizzano l’87 per cento della produzione mondiale. Il suo consumo in Europa si attesta intorno al 12 per cento del totale mondiale, in USA al 3 per cento;

A livello globale, l’olio di palma viene utilizzato per l’80 per cento nel settore alimentare (olio per frittura, margarine, prodotti di pasticceria e da forno, e gran parte dei prodotti alimentari trasformati), per il 19 per cento nel settore dei cosmetici, saponi, lubrificanti e grassi, prodotti farmaceutici, pitture e lacche, e per l’1 per cento per la produzione di biodiesel;

Molto evidenti sono i dati dei consumi di questo grasso che ne fa l’Italia: Secondo i dati riportati nei Food Balance Sheet della Food Agricolture Agency (FAO), nel 2011 (ultimo anno per cui sono disponibili dati) in Italia sono state importate 77.000 tonnellate di olio di palma per uso alimentare; questo corrisponde all’8,4 per cento del totale importato, mentre oltre il 90 per cento è destinato ad usi diversi;

Lo storico dei volumi di olio di palma per uso alimentare indica che dal 2008, la quantità di questo ingrediente importata in Italia è andata progressivamente aumentando, da 40.000 tonnellate/anno nel periodo 2005-2008 a 75.000 nel 2009 e 76.000 nel 2010. Relativamente agli anni precedenti, spicca il dato del 2004 quando si è registrata un’impennata nell’importazione di olio di palma in Italia, con un volume di 80.000 tonnellate, rispetto alle 40.000 tonnellate annue del periodo 1993-2003. Le 77.000 tonnellate di olio di palma importate in Italia per uso alimentare (Food Balance Sheet FAO, 2011), ipoteticamente distribuite uniformemente sull’intera popolazione italiana, corrispondono ad un consumo pro capite di 3,15 g/die;
Tale trend di crescita dei consumi in Italia sottende, nell’ultimo decennio, lo spostamento dell’industria alimentare dall’uso di margarine e burro, a quello di olio di palma;

I risultati dell’indagine nazionale sui consumi alimentari (INRAN-SCAI 2005-2006) hanno mostrato i seguenti apporti giornalieri di acidi grassi saturi: 25,4 g per la fascia di età 3-10 anni e 29,7 e 24,4 g, rispettivamente per maschi e femmine, nella fascia di età 18-64 anni. Il contributo degli alimenti potenzialmente contenenti olio di palma risulta essere il 17,2 per cento e il 9,4 cento (9,7) del totale di acidi grassi assunti, rispettivamente per le fasce di età 3-10 anni e 18-64 anni, pari a 4,4 g/die per la fascia 3-10 anni e circa 2,5 (2,6) g/die per gli adulti;

Le conclusioni della relazione dell’Istituto Superiore di Sanità evidenziano come l’olio di palma rappresenta una rilevante fonte di acidi grassi saturi, cui le evidenze scientifiche attribuiscono (quando in eccesso nella dieta), effetti negativi sulla salute, in particolare rispetto al rischio di patologie cardiovascolari. Complessivamente emerge che il consumo totale di acidi grassi saturi nella popolazione adulta italiana è di poco superiore (11,2 per cento) all’obiettivo suggerito per la prevenzione (inferiore al 10 per cento delle calorie totali giornaliere);

Al contrario, il consumo complessivo di grassi saturi nei bambini tra i 3 e i 10 anni risulta superiore, se riferito all’obiettivo fisso del 10 per cento;

Le fasce di popolazione quali bambini, anziani, dislipidemici, obesi, pazienti con pregressi eventi cardiovascolari, ipertesi possono presentare una maggiore vulnerabilità rispetto alla popolazione generale. Per tale ragione, nel contesto di un regime dietetico vario e bilanciato, comprendente alimenti naturalmente contenenti acidi grassi saturi, occorre ribadire la necessità di contenere il consumo di alimenti apportatori di elevate quantità di grassi saturi i quali, nelle stime di assunzione formulate nel parere dell’Istituto Superiore di Sanità, appaiono moderatamente in eccesso nella dieta delle fasce più giovani della popolazione italiana -:

quali siano le valutazioni del Ministero in merito ai rischi per la salute dei consumatori derivanti dall’utilizzo dell’olio di palma come ingrediente negli alimenti, nonché dalle sostanze che si formano durante le lavorazioni alimentari, in particolare quando gli oli vegetali vengono raffinati ad alte temperature (circa 200° C), alla luce dei risultati pervenuti dalle ricerche sopra richiamate e come in tale ambito intenderà gestire i potenziali rischi per i consumatori legati all’esposizione alle relative sostanze tossiche negli alimenti,

se alla luce di quanto descritto, non intenda ad ogni modo attivarsi affinchè siano rivisti tutti i parametri per l’uso dell’olio di palma in campo alimentare e contestualmente, entro i limiti consentiti dalla normativa comunitaria e nazionale allo scopo applicabile, se non intenda fornire utili indirizzi verso i consumatori perché scelgano alimenti più sani, in particolare prodotti a base di olio extravergine di oliva italiano di qualità, che è spremuto a freddo, è sicuro e molto più sano.
Colomba Mongiello


La campagna pubblicitaria delle aziende costata 10 milioni diceva

che il palma è buono, sano e amico dell’ambiente
 

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