Milano Expo 2015 – Abruzzo: una regione vincente
di Informacibo
Ultima Modifica: 14/10/2015
Mi piace parlare dell’Abruzzo perché è una regione che dà l’impressione di essere modesta, ma in realtà è attraente, prestante e molto golosa. Golosaria Expo 2015, che si terrà proprio questo ottobre, è una rassegna di cultura e gusto promossa dal “Club di Papillon” e dall’enogastronomo Paolo Massobrio.
Sempre in ottobre l’Abruzzo presenterà l’eccellenza dei suoi prodotti ricchi non solo di sapore, ma di antiche tradizioni. Nel Padiglione Italia verrà incorporata una mostra delle eccellenze della regione, una “Casa Vetrina” aperta a tutti. Allo Spazio Fiori Chiari nel centralissimo quartiere Brera durante il semestre Expo sono state sviluppati importanti eventi con la finalità di mostrare ai giovani le attuali attrattive della regione attraverso un lungo percorso di convegni e seminari. Sono stati organizzati incontri con gli abruzzesi ormai accasati a Milano. Bella l’esibizione degli sbandieratori della Giostra cavalleresca di Sulmona .
Sempre a Brera è stata istituita una mostra “La Marsica dal terremoto al domani” sul terribile e temibile terremoto che nel 1915 provoco decine di migliaia di vittime. Una opportunità per far conoscere ai giovani la storia della loro regione e renderli coscienti delle difficoltà che si sono dovute superare per dare all’Abruzzo l’attuale vigore e importanza.
Unico obbiettivo: promuovere il territorio e le sue eccellenze.
La cucina abruzzese vanta due forme tradizionali: quella pastorale dovuta ai prodotti delle zone montuose interne e quella marinara. Terra d’Abruzzo: nella sua completezza racchiude immensi tesori. Come non ricordare i chilometri e chilometri di sabbia che costituiscono le sue spiagge, il Parco Nazionale, la Maiella e le sue innumerevoli località di villeggiatura?
La capitale della rinomata pasta abruzzese è Fara San Martino, ai piedi della Maiella dove ha sede De Cecco, Del Verde e Cocco. E’ un fazzoletto di terra che gode di aria e di acque buone e propone ottimi prodotti. La pasta è indubbiamente un fiore all’occhiello per la regione.
Oltre ad un posto “speciale” in cucina, la regione ne ha uno altrettanto valido in cantina, guidato dal Montepulciano d’Abruzzo e dal Trebbiano, vini che da sempre garantiscono fama e gradimento anche a livello internazionale. Il Montepulcino d’Abruzzo-Colline Teramane si fregia della DOCG dal 2003 , mentre la DOC Montepulciano d’Abruzzo è la bandiera indiscussa di questa terra. Un’altra denominazione è quella del Montepulciano d’Abruzzo “Cerasuolo” DOC ottenuto con le stesse uve del Montepulciano vinificate in bianco. Parlando di bianchi, il Trebbiano d’Abruzzo DOC non teme rivali. Ha una lunga storia che risale ai i latini ed ai greci, un vino solido in grado di sostenere considerevoli invecchiamenti ed è elencato fra i migliori bianchi italiani. Il Controguerra Doc (produzione limitata ad una piccola zona in provincia di Teramo) e il Tullum Doc (produzione del comune di Tollo, Chieti) valorizzano i principali vitigni autoctoni a bacca bianca come la Passerina e il Pecorino. Sono vini che spaziano dal floreale al fruttato, dalle caratteristiche aromatiche e sensoriali, un sapore fresco e persistente riconoscibile da un retrogusto amarognolo.
L’olio fa parte del panorama agroalimentare dell’Abruzzo. Gli olivicoltori Abruzzesi da sempre sono orgogliosi di produrre olio di pregio. La fascia collinare compresa fra il mare, il Gran Sasso e la Maiella vanta prodotti Doc, quali “Aprutin Pescarese”, “Colline Teatine” e “Pretuziano”.
La regione è ricca di bovini e ovini, dunque ricca di formaggi, caciocavallo, scamorze e pecorini di lunghissima stagionatura che regalano un particolare sapore anche alla più modesta delle amatriciane.
Lo zafferano. Proviene da Navelli, altopiano vicino a L’Aquila. Questo prodotto, così saporito e profumato, dal prezioso colore, non solo continuerà a dar tono ai risotti, ma seguiterà a renderà unici i piatti abruzzesi di carne o pesce.
Che dire dei carciofi, provenienza Abruzzo. E’ una verdura di cui tutti siamo golosi: fondamentalmente è il bocciolo di uno stupendo fiore azzurro. Viene principalmente coltivato nella province di Chieti e Vasto. Non ha spine, di colore violaceo.
Vogliamo ricordare che cosce, fusi e fette di polpa di tacchino che acquistiamo provengono dagli allevamenti dell’Abruzzo, dove, curiosamente il tacchino si chiama “pitone”?
Rigiro fra le mani un confetto: bianco come il latte, di armoniosa forma ovale, profumato. Proprio in Abruzzo a Sulmona esiste il Museo del confetto. Il suo o nome per esteso è “Museo dell’Arte e della Tecnologia Confettiera Pelino”. Occupa un’area della omonima fabbrica ed è dedicato all’esposizione di oggetti rari e preziosi connessi con questa arte di antica tradizione. Si rivive la laboriosità degli antichi maestri attraverso la ricostruzione di un laboratorio del 1700 dove sono esposti mortai, vasi con gli antichi ingredienti, colini multipli per lo sciroppo di zucchero, macchinari vari. Dal 1783 ai giorni nostri la protagonista è la Pelino. Il confetto è un dolciume che segna i valori simbolici della vita. Un colore per ogni evento: non solo bianchi per le nozze, argento e oro per le ricorrenze dei 25 e 50 anni di matrimonio, ma rosa o azzurro per la nascita, giallo per il passaggio alla maggiore età, verde in occasione del fidanzamento, rosso per la laurea. E’ un marketing inesauribile.
Torrone tenero al cioccolato e nocciole, bianco con mandorle e pistacchio, bianco con nocciole ricoperto di cioccolato, bianco con arance candite e mandorle, gocce al rosolio, finissima pasticceria: quante prelibatezze e quanti peccati di gola! Ecco la dovuta presentazione della dinastia “Sorelle Nurzia”a L’Aquila.
Potremmo continuare all’infinito: in due parole l’Abruzzo è una regione positiva.
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