Patto tra Ferrero e Pesca Nettarina di Romagna IGP
di Informacibo
Ultima Modifica: 05/12/2017
Qualità, unicità e tipicità. Sono le caratteristiche che fanno delle pesche e nettarine di Romagna uno dei prodotti di pregio del settore ortofrutticolo emiliano-romagnolo.
Le prime in Europa ad ottenere il riconoscimento IGP, Indicazione geografica protetta, a tutela dei frutti e dello stretto legame con il territorio d’origine – la Romagna – e con la tradizione di una cultura agricola che rappresenta, a pieno titolo, la storia della frutticoltura italiana. La zona tipica di coltivazione attraversa le province di Ferrara, Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Qui si coltivano le pesche più buone d'Europa riconosciute e riconoscibili per le caratteristiche organolettiche gustative uniche che possiedono.
“È un accordo che premia, ancora una volta, un nostro prodotto d’eccellenza– ha affermato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini– in una terra che detiene il record europeo delle certificazioni Dop e Igp, con ben 44 prodotti riconosciuti. Marchi che sono uno straordinario strumento di difesa dall’omologazione alimentare e aiutano i produttori a conservare spazi commerciali e identità, in un’area – l’Emilia-Romagna– nella quale è nata storicamente la peschicoltura e nella quale opera un sistema ricco di tecnologie all’avanguardia per tutta la filiera”.
“La firma – ha concluso Bonaccini- tra il Consorzio della pesca e nettarina di Romagna Igp e la Ferrero, Gruppo leader in Europa e nel mondo, apre un nuovo spazio di commercializzazione che valorizza la cultura della produzione delle pesche di qualità. Per vincere sui mercati globali occorre saper fare squadra e questa è la strada che va percorsa”.
“L’ortofrutta è un comparto leader dell’agroalimentare emiliano-romagnolo ed europeo– ha aggiunto l’assessore regionale all’agricoltura, Simona Caselli– e sta dimostrando la propria capacità di fare sistema dalla terra alla tavola. Il confronto con la Spagna è il grande tema da affrontare, visto che la produzione iberica che in un primo tempo si rivolgeva solo alle varietà precoci, ora si sovrappone alla nostra. Per ristabilire un equilibrio fra domanda e offerta a livello europeo sono necessarie azioni di promozione e valorizzazione del prodotto per incentivare i consumi ma anche una nuova e forte programmazione dell’offerta europea: una strategia che sposti il confronto sul piano della qualità, puntando su unicità, qualità, tipicità. Anche il packaging dei prodotti, ad esempio, qui dove ci sono le aziende leader mondiali, può rappresentare un aspetto di competitività. Va anche considerato il risvolto occupazionale: il tessuto produttivo peschicolo è numericamente importante e anche sotto questo aspetto vanno adottate strategie per valorizzare il piccolo produttore di qualità: perseguendo l’obiettivo di una maggiore aggregazione e rafforzamento del potere contrattuale della base produttiva e della filiera”.
“Oggi siamo orgogliosi due volte– dichiara il presidente di CSO Italy, Paolo Bruni– una per essere riusciti a cogliere l’importanza di questo progetto e due perché questo dimostra il valore del nostro prodotto e del nostro territorio. Abbiamo un valore straordinario come l’IGP per differenziare la nostra offerta territoriale che dobbiamo sfruttare al meglio, prendendo spunto dall’esperienza con il Gruppo Ferrero.
La peschicoltura italiana– prosegue Bruni- ha vissuto una drammatica crisi d’identità che possiamo definire crisi di maturità, come spesso accade quando si ottengono grandi risultati per primi e poi arrivano tutti i concorrenti a cercare di erodere le quote. Ricordiamo in particolare come l’Emilia-Romagna si sia specializzata nel tempo nella produzione di nettarine, che hanno rappresentato un’innovazione per il consumatore. Oggi concorre con circa il 30% alla produzione nazionale di nettarine; nel passato questa quota superava il 40%: ora occorre un grandissimo sforzo di riqualificazione e adattamento per essere più competitivi. Le ultime proiezioni elaborate da CSO Italy vedono una peschicoltura regionale ancora in calo: nel prossimo triennio stimiamo una ulteriore contrazione del potenziale che potrebbe aggirarsi sul -20% per le pesche e sul -15% per le nettarine; solo le percoche sono previste in crescita. Si sta però facendo qualcosa di importante per riqualificare l’offerta- conclude Bruni – soprattutto nella nostra regione è in atto un forte rinnovamento varietale che porta la nostra peschicoltura più vicina alle esigenze del consumatore. C’è molto da lavorare anche sul piano dell’informazione e della promozione e CSO Italy è l’unico strumento tecnico oggi in Italia in grado di fornire previsioni di produzione, tendenze e proiezioni della peschicoltura per leggere il mercato”.
"Abbiamo ottenuto, per primi in Europa, nel 1998– dichiara Paolo Pari, presidente del Consorzio Pesca e nettarina di Romagna– il riconoscimento di Igp per un prodotto difficilmente differenziabile, considerato da sempre una vera ‘commodity’. Grazie anche al supporto della Regione Emilia-Romagna abbiamo raggiunto un’importante valorizzazione sul mercato italiano e in parte anche all’estero. È stata un’attività dalla grande valenza anche sociale– prosegue Pari- consideriamo che all’interno del Consorzio sono rappresentate oltre 10 mila aziende agricole. L’Igp rappresenta, a mio parere– conclude Pari-, una vera opportunità per i produttori romagnoli. Grazie al riconoscimento come Consorzio di tutela avremo inoltre ulteriori spazi di crescita in futuro, attuando soprattutto attività di valorizzazione efficaci e di grande impatto sui consumatori”.
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