Pomella Genovese, la mela “schiacciata” a Golosaria Milano - InformaCibo

Pomella Genovese, la mela “schiacciata” a Golosaria Milano

L’associazione Pomella Genovese promuove la mela coltivata in Oltrepò pavese, provincia di Pavia

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 01/11/2018

Tra le tante novità di Golosaria Milano 2018 c’era anche l’associazione Pomella Genovese, impegnata a promuovere una mela coltivata tradizionalmente in Oltrepò pavese, provincia di Pavia.

In seguito vi spiegheremo perchè si chiama “genovese” una mela coltivata in Lombardia, ora diamo la parola a Simone Rolandi, frutticoltore di Val di Nizza e uno dei promotori dell’associazione Pomella Genovese.

«La pomella è un prodotto di altissima qualità sul quale puntiamo molto – spiega Rolandi, un membro dell’associazione presente a Milano– E’ una mela autoctona della zona dell’Oltrepò pavese molto apprezzata dai nostri clienti che intendiamo lanciare anche sui mercati fuori provincia. Da qui la decisione di partecipare a Golosaria di Paolo Massobrio”.

Solo le mele con il marchio Pomella genovese sono garantite dall’associazione dei produttori -aggiunge Rolandi- e provengono esclusivamente dall’Oltrepò pavese, garanzia di origine e di qualità”.

La pomella genovese a Denominazione comunale

A rischio scomparsa per decenni, oggi è tornata alla ribalda grazie all’Associazione di Produttori che ha promosso anche la Denominazione Comunale. Oggi la Pomella genovese autentica si produce nei comuni di Menconico, Ponte Nizza, Val di Nizza e Varzi.

Con sede a Ponte Nizza, l’associazione Pomella Genovese promuove la rinascita di un frutto antico, buono e giusto. La mela Pomella genovese è piccola, tonda e piuttosto schiacciata, dalla polpa bianca e dolce.

La storia: Pomella (Pumell, Pumela) della Valle Staffora o Pomella genovese

La Pomella della Valle Staffora è una mela dalla forma appiattita, di piccola-media dimensione. Ha una buccia liscia e cerosa, dal colore verde con vistosa mascella rossa all’insolazione e lenticelle piccole e poco visibili verde-biancastro. Il peduncolo e corto o medio, di medio spessore. Ha una cavità peduncolare ampia, profonda, liscia e regolare. La polpa è bianca, soda, succosa, zuccherina e molto aromatica. Si usa raccoglierla acerba tra fine settembre e ottobre. Matura in fruttaio resistendo fino ad aprile. È autoctona della Valle Staffora, dove l’albero è di vigore elevato, mediamente assurgente. Ha un’ottima resistenza alle malattie. Cresce tra 100 e 1000 metri di altitudine.

Perchè si chiama Pomella genovese se viene coltivata in Oltrepò pavese?

La si dice “genovese” per la consuetudine dei produttori di mele di recarsi per la vendita sul mercato ligure tramite le carovane che, da tempi remoti, percorrevano i tracciati delle antiche vie del sale tra i due versanti dell’Appennino, piacentino-pavese a nord e tosco-ligure a sud.

Queste carovane, tra le altre merci, portavano soprattutto varietà di mele che si conservavano a lungo, utili sulle navi per lunghi viaggi e in cui venivano stipate nella paglia. Si citano trasporti di mele sulla tratta della via del sale già nelle note dei pedaggi dei monaci del monastero di San Colombano a Bobbio, ma non sappiamo se si trattasse già di pomelle. Una citazione del 1901 dell’agronomo Girolamo Molon indica e descrive tale frutto come appartenente ad una “varietà avuta nel 1895 dal sig. Barbieri di Borgoratto”. Nel 1949 è stata citata nel Congresso Nazionale di Frutticoltura tenutosi a Ferrara dove la si nomina come “cultivar” diffusa nella provincia di Pavia.

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