Prosecco “fake”: anche Paris Hilton ha provato a imitarlo
La guerra contro i prodotti Italian sounding per tutelare il made in Italy non risparmia i personaggi famosi. Chiusa la querelle con la Moldavia.
di Alessandra Favaro
Ultima Modifica: 08/10/2018
Prosecco: così amato, così imitato. Lavora senza sosta il ministero delle Politiche agricole, in collaborazione con l’Icqrf, che si cura della tutela dei marchi italiani in giro per il mondo, per salvare dalle imitazioni i prodotti simbolo del made in Italy.
Tra le ultime imprese, il blocco di 30 milioni di lattine di ‘prosecco’, prodotte dall’ereditiera Paris Hilton, “che dice di amare l’Italia ma poi produceva prosecco che non è prosecco” ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, intervenendo alla inaugurazione della sede del Consorzio vini Valpolicella, a Sant’Ambrogio, lo scorso settembre.
“Questo – ha aggiunto il ministro, riferendosi ai vini della Valpolicella – è un prodotto di estrema qualità e di estremo livello, di conseguenza la tutela ma soprattutto i controlli di qualità sono fondamentali. Noi dobbiamo produrre ed esportare prodotti di qualità”, ha concluso.
E si è concluso positivamente per l’italia ad aprile scorso anche il tentativo di imitazione da parte di un’azienda moldava. Lo annuncia l’ambasciatrice italiana in Moldavia Valeria Biagiotti:
“Abbiamo risolto definitivamente la querelle sul finto Prosecco prodotto in Moldavia”.
Il tutto è cominciato con richiesta di registrazione in Moldova, nel 2014, da parte di un’azienda moldava, del marchio “Prosecco Pronto”. Spiega Biagiotti: “Questo episodio ha successivamente portato il Consorzio di tutela della denominazione di origine controllata Prosecco, assieme all’agenzia per la Protezione della proprietà intellettuale in Moldova (AGEPi) a intentare una causa contro l’azienda che, dopo una serie di decisioni non sempre favorevoli da parte delle autorità giudiziarie moldave, si e’ finalmente conclusa ad aprile del 2018 quando la Corte Suprema moldava ha dichiarato l’inammissibilità dell’ultimo ricorso dell’azienda contro la decisione che le impediva di utilizzare la denominazione” spiega l’ambasciatrice a Informacibo.
“In questo periodo, sia la Commissione Europea che le autorità italiane, a cominciare dall’ambasciata a Chisinau hanno effettuato vari passi presso le autorità moldave, a tutti i livelli, per sensibilizzarle riguardo all’esigenza di garantire la tutela della denominazione Prosecco sia in base all’Accordo di Associazione firmato tra Moldova e UE nel 2014, sia dell’accordo di Lisbona – prosegue Biagiotti – Con la collaborazione del Consorzio, l’ambasciata ha inoltre portato avanti varie iniziative per valorizzare e promuovere il Prosecco come prodotto esclusivamente italiano sia in occasione della Settimana della Cucina del Mondo che della Festa Nazionale (eventi, degustazioni in locali e centri commerciali etc.)”.
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