Report AssoBirra: dal record del 2019 alle sfide del 2020 - InformaCibo

Report AssoBirra: dal record del 2019 alle sfide del 2020

di Oriana Davini

Ultima Modifica: 16/07/2020

Può sembrare strano ascoltare oggi i numeri della birra in Italia relativi al 2019: un anno record che sembra lontanissimo e che ha segnato una crescita decisa del comparto birraio italiano per produzione, consumi interni ed export.

Poi è arrivato il Covid-19 a segnare un brusco arresto del settore, che in Italia dà lavoro a circa 144mila persone tra diretto e indotto: il canale Ho.Re.Ca., fondamentale per le vendite, si è fermato completamente, ponendo il settore della birra italiana di fronte a nuove sfide.

La birra in Italia: i numeri

L’anno scorso, dicono i numeri contenuti nell’Annual Report 2019 di AssoBirra, la produzione di birra in Italia è cresciuta del 5% per il terzo anno consecutivo. Di pari passo, i consumi interni sono aumentati del 2,6% e l’export ha fatto registrare un vero e proprio boom del 13%, anche verso paesi dalla forte tradizione birraia come Regno Unito, Stati Uniti e Australia.

Michele Cason presidente di Assobirra
Michele Cason presidente di Assobirra

“La birra italiana nel mondo ha ormai la sua identità e continua a crescere – sottolinea Michele Cason, presidente di AssoBirra -. Il settore birrario si conferma, quindi, un asset sempre più prezioso per l’Italia che, se adeguatamente tutelato, può essere oggi più che mai un alleato strategico per la ripartenza post pandemia”.

L’Italia oggi è il nono Paese a livello europeo per produzione di birra: nel 2019 siamo passati da 16.421mila ettolitri a 17.247mila, confermando un trend positivo che negli ultimi 10 anni ha visto aumentare la produzione del 35%.

Una crescita che riguarda tutta la filiera, dai grandi gruppi ai piccoli produttori di birra, che in Italia sono 850 (nel 2019 sono stati il 3,5% in più rispetto al 2018).

La cultura della birra in Italia

Asso Birra – Conferenza stampa – Milano 21-06-2018

Numeri da record, quindi, legati a tanti fattori. In primis, fa notare Alfredo Pratolongo, vice presidente di AssoBirra, “è aumentata la cultura della birra in Italia. I piccoli produttori hanno stimolato gli italiani a cercare nella birra cose che prima non cercavano: è un tema di prodotto e caratteristiche organolettiche, legato anche alla vicinanza con la varietà della nostra cucina”.

Negli ultimi anni, i produttori sono stati capaci di creare un racconto della birra, inquadrandola nel territorio di provenienza, mostrando i metodi di lavorazione, le persone e la tradizione birraia, che in alcune regioni italiani ha origini molto antiche.

Di conseguenza, la birra in Italia è ormai destagionalizzata e non più anonima: la beviamo 12 mesi l’anno, siamo più consapevoli di cosa c’è dentro il bicchiere e non ci fermiamo alle classiche lager ma assaporiamo sempre più spesso birre speciali e stagionali.

Le sfide del 2020

Il 2020 invertirà ovviamente il trend positivo degli ultimi anni. I primi mesi dell’anno, ammette Michele Cason, presidente di AssoBirra, “sono stati estremamente positivi, sulla scia del 2019. Poi è arrivato il lockdown, con il canale Ho.Re.Ca. fermo e il consumo online aumentato di colpo, segno che la birra, pur in uno scenario negativo come quello del Covid, è entrata nel consumo quotidiano degli italiani”.

Dopo mesi drammatici, ora c’è qualche segnale di risveglio: merito anche dei produttori, che con senso di responsabilità hanno dato vita a diverse iniziative per supportare i territori e la filiera.

“In questo contesto fare previsioni è difficile: servono misure forti da parte del governo italiano e dell’Unione Europea perché le aziende hanno un grosso problema di liquidità e di accesso al credito. Servono azioni che diano nuovamente fiducia agli imprenditori”.

Riduzione delle accise e sostegno all’Ho.Re.Ca.

La prima misura richiesta alle istituzioni è la riduzione delle accise. In questo modo, assicura Alfredo Pratolongo, vice presidente di AssoBirra, “il comparto può rimanere competitivo e fronteggiare al meglio il calo stimato dei volumi e dei consumi Made in Italy nel 2020. In Italia la birra è l’unica bevanda da pasto a pagare le accise, su cui pesa ancora la penalizzazione assolutamente ingiustificata che ha visto un aggravio fiscale del 30% tra l’ottobre 2013 e il gennaio 2015”.

La seconda richiesta riguarda il sostegno immediato al canale Ho.Re.Ca., “tramite un apporto concreto di liquidità destinato ai singoli esercenti, con l’inserimento di un credito di imposta sull’acquisto di birra in fusto”.

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L'Autore

giornalista

Giornalista specializzata in turismo e itinerari enogastronomici