Ricerca IRI per Vinitaly 2017 – Nella Grande Distribuzione Organizzata più bollicine e vini di qualità
di Informacibo
Ultima Modifica: 19/04/2017
di Loredana Fumagalli
Chi acquista vino, si rivolge sempre più spesso ai reparti allestiti nei punti vendita della Grande Distribuzione Organizzata, dove ricerca bottiglie da 75cl con etichette di vitigni regionali (Docg, Doc, Igt) e spumanti. Il vino biologico, sebbene il mercato sia ancora giovane, registra un ragguardevole incremento delle vendite.
Con 505 milioni di litri venduti nel 2016 per un valore di un miliardo e mezzo di Euro, quello della grande distribuzione si conferma il canale di gran lunga più grande nel mercato del vino a testimonianza di un settore merceologico che non è rientrato nella contrazione dei consumi familiari.
Questi i dati più salienti emersi Vinitaly nel corso della 13° tavola rotonda organizzata da Veronafiere sul tema del vino nella Grande Distribuzione in cui è stata presentata la ricerca dell’istituto IRI e una relazione su Brexit e Vino di Alex Canneti, Direttore delle vendite off-trade della Berkmann Wine Cellars di Londra.
I cambiamenti in atto degli stili di vita dei consumatori sempre più curiosi e propensi a sperimentare nuovi prodotti, hanno coinvolto anche il consumo di vino: più qualità, più vini fermi e spumanti. Cesare Cecchi, Consigliere di Federvini (Chianti Cecchi), durante il suo intervento in tavola rotonda ha sottolineato la necessità di incontrare le aspettative del consumatore: “Non dobbiamo assolutamente tradire questa qualità che viene cercata dal consumatore, sarebbe un errore imperdonabile. Le cantine devono continuare a ricercare la qualità del prodotto senza accettare scorciatoie, e i distributori devono incoraggiare la produzione a proseguire su questa strada”.
Tra i vini più cercati e più venduti permangono ai primi tre posti, tre campioni irraggiungibili: Lambrusco, Chianti, Montepulciano d’Abruzzo a cui si affiancano le performance del Nero d’Avola, il Vermentino di Sardegna, il Muller Thurgau e il Gutturnio.
I trend legati alla maggior progressione di vendita a volume delle new entry, evidenziano invece Ribolla Gialla, Passerina e Valpolicella Ripasso. Sempre più sparkling gli italiani a tavola e fuori casa: “La crescita degli spumanti è legato al fenomeno della destagionalizzazione delle vendite delle bollicine conseguenza di un crescente uso nel consumo quotidiano – così motiva Virgilio Romano Business Insight Director di IRI l’aumento degli acquisti relativi a questo segmento del vino – Tale aspetto ci permette di dedurre che lo spumante attira nuovi consumatori e potrebbe rappresentare una tendenza di rottura nelle tradizionali abitudini del bere italiano”.
Argomento atteso per la ricerca di rassicurazione nei confronti dei mercati britannico e statunitense, il tema affrontato da Alex Canneti della Berkmann Wine Cellars di Londra: “La Brexit è una sfida per le vendite dei vini italiani poiché l’Australia, il Sud Africa e la Nuova Zelanda saranno i primi Paesi a istituire trattati bilaterali con il Regno Unito. L’unica soluzione a questa minaccia è consentire al Regno Unito un periodo di 10 anni per condividere gli stessi oneri doganali dell’Unione e negoziare un trattato di libero commercio. Quindi tutto dipenderà da come evolverà il negoziato post Brexit tra UK e UE”.
Canneti ha poi rassicurato gli espositori affermando che l’export del vino italiano nella Grande Distribuzione britannica presenta grandi possibilità sia per gli spumanti, sia per i rossi. Quest’ultimi nelle loro accezioni regionali da nord a sud avranno ottime possibilità d’apprezzamento insieme ai nuovi bianchi di tendenza come il Fiano, il Vermentino, il Pecorino e il Grillo.
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