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Riso e rose, kermesse in Monferrato

di Informacibo

Ultima Modifica: 17/06/2013

Panorami collinari di armonia e bellezza che degradano fino al la Piana del Po in Lomellina regalando scenari indimenticabili, una vasta regione  tutta ad ampi dorsali, asciutti e ventilati, ricoperti di ricchi vigneti.  Un territorio dove castelli, paesi e ricetti medievali – gruppi di edifici racchiusi da mura turrite che servivano come deposito agricolo nel quale si rifugiavano gli abitanti della campagna in caso di pericolo – si confondono tra le colline degradanti verso il Po del Casalese e si fanno trovare seguendo  strade tortuose.    Dopo il rigore dell’inverno,  questa terra  in primavera si schiude come una rosa e fra i suoi petali permette di scoprire le meraviglie di un territorio sorprendente. Gli itinerari si sviluppano tra borghi fioriti e percorsi che portano ad ammirare il suo paesaggio vitivinicolo candidato a patrimonio dell’Unesco.  Tre week-end di festa, occasioni per infinite mete che si sono svolte tra i paesi ed  hanno colmato di presenze il mese di maggio dall’11 al 25.  Ulteriori successi  sono  previsti negli  appuntamenti di giugno e,  quest’anno, è stato fissato un ritorno a Casale Monferrato a fine settembre.  Il programma aveva previsto una trentina di eventi  in differenti località che hanno permesso  di gustare il meglio dell’enogastronomia monferrina e della piana del Po, partecipando alle innumerevoli manifestazioni dei paesi all’insegna della cultura e dell’arte. La maggior parte di questi eventi erano  ad ingresso libero, mentre le degustazioni, i pasti e le visite guidate potevano essere a pagamento.  Onnipresente in ogni borgo  il   Riso & Rose Point al quale rivolgersi per avere  informazioni dettagliate 


Tentiamo di dare una idea succinta  della manifestazione. Casale Monferrato per l’occasione è stata considerata Città Aperta: da visitare il Chiostro di San Domenico, il Museo civico, il Tesoro del Duomo, la Sinagoga e il Museo Ebraico a cui aggiungere  il mercatino tipico.  Non si può passare da Vignale Monferrato senza visitare la Enoteca Regionale del Monferrato,   ospitata nelle cantine del settecentesco Palazzo Callori per un assaggio di vini pregiati del territorio.   Una selezione di vini che includono i classici  rossi come il Barbera del Monferrato e d’Asti, il Grignolino del Monferrato Casalese e d’Asti,  il Monferrato Freisa e il Monferrato Rosso, il Malvasia di Casorzo, il Ruché di Castagnole Monferrato ed i bianchi a base di Cortese.

Particolari le visite guidate al Parco fluviale del Po con visita alla Grangia di Pobietto ed al Museo del Contadino.  Il fiume, in questo punto ricco di acque alimentate dal Sesia, dal Tanaro e dallo Scrivia, disegna ghiaieti,  isole e lanche che ospitano rare specie animali e uccelli, primi fra tutti gli aironi.

Dal Castello di Gabiano, un percorso enogastronomico lungo il borgo medievale con asta dei vini e corsi di enologia e di analisi sensoriale.  A Ponzano Monferrato apertura dei giardini delle residenze storiche: Villa Larbel di Salabue, Dimora al Sagittario, Castello di Salabue.  A Moncalvo, per godere dell’esibizione e della sfilata in costumi medievali.  Un pensiero va alla Fiera del Tartufo che si terrà a Ottobre. Al momento attira  una capatina a “La Gustoteca” che propone i “freschi da forno”, gli Amaretti di Moncalvo, i Baci di Dama, i Krumiri, lo Zabajone al Moscato ed una ricca enoteca.   La distribuzione gratuita della panissa a Camino (il tipico piatto locale a base di riso) a cura degli “Amici della Panissa” di Albano Vercellese e  visita del Parco del Castello con offerta del tradizionale Aperitivo alle Rose con assaggi  di dolci e vini.  La “Associazione Promoriso” a Pontestura promuove la degustazione gratuita di “Sua Maestà la Panissa”, mentre al mercatino enogastronomico  sono previsti  assaggi di risotti e varie specialità di riso, quali budini, torte, biscotti, timballi.  Si dice che “il riso nasce nell’acqua e muore nel vino”. La Confraternita del Vino e della Panissa ha lo scopo di far apprezzare proprio questo abbinamento. Il tipico risotto della cucina locale è un piatto di antica tradizione risalente ai tempi della diffusione della coltivazione del cereale, cioè attorno al 1400. Per la sua preparazione vengono usati riso, fagioli, cipolla, cotenne di maiale con l’aggiunta di  un salame conservato sotto grasso.

Altre occasioni da non lasciarsi sfuggire sono i punti dove è servita la marenda sinoira.  E’ un mini-pasto freddo  (pane, salumi, formaggi), ma sostanzioso. Nasce dagli usi  delle famiglie contadine  ed aveva lo scopo di ridare energia agli agricoltori nelle lunghe giornate estive  dopo i pesanti lavori campestri del primo pomeriggio, interrompendo le fatiche con una siesta  prima di  affrontare i lavori serali legati alla stalla,  che si protraevano fino al calar della sera. Originariamente la “marenda” veniva portata direttamente nei campi avvolta in un  tovagliolo (fassolet). Sul vocabolario piemontese-italiano Sant’Albino del 1859, appare la seguente filastrocca: “San Giusep a porta la marenda ant el fassolet, San Michel a porta la marenda an ciel” .  Significa che i contadini si concedevano tale usanza da marzo a settembre, quando le giornate erano lunghe e le ore di lavoro tantissime.

Il proget leader di “Riso & Rose in Monferrato è Mon.D.O. manifestazione sostenuta dalla Regione Piemonte, Provincia di Alessandria, Fondazione Casa di Risparmio di Alessandria e Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato. 

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Capo Redattore