Salame Felino IGP: cresce la produzione e valore al consumo

Salame Felino IGP: cresce la produzione e valore al consumo

Un comparto da oltre 500 occupati e da 72 milioni di euro

di Cristiano Bacchieri

Ultima Modifica: 19/03/2018

I numeri premiano il Consorzio di Tutela del Salame Felino IGP, eccellenza salumiera della Food Valley Parmense, dalla storia secolare. La produzione è cresciuta del 2%, attestandosi nel 2017 su un volume di 5,1 milioni di kg di carne lavorata. «Tutti tagli particolarmente pregiati, che non hanno subito alcun processo di congelamento prima della lavorazione e che provengono da maiali accuratamente selezionati», afferma con orgoglio il Presidente Carletto Ferrari.

Per quanto riguarda la distribuzione, anche nel 2017 la GDO si è confermata il principale canale di commercializzazione del Salame Felino IGP: assorbe il 65% della produzione. Segue, a distanza, il dettaglio tradizionale, che incide per circa il 25% del prodotto etichettato. Se si considerano invece le diverse referenze, ad essere premiato dai consumatori è innanzitutto il Salame Felino IGP intero: due Salami Felino IGP su tre venduti appartengono a questa categoria. In crescita è il segmento del pre-affettato, che nel 2017 ha raggiunto il 20% della produzione: un riflesso delle mutate abitudini di consumo, con il moltiplicarsi dei pasti fuoricasa e l’aumento di single e nuclei familiari di piccole dimensioni, che apprezzano prodotti ready-to-eat e dall’elevato contenuto di servizio.

Il Consorzio di Tutela del Salame Felino IGP raggruppa 14 produttori: se si considera anche l’indotto, il comparto garantisce lavoro a oltre 500 persone nel territorio della Provincia di Parma. Al consumo, il fatturato generato dal Salame Felino IGP nel 2017 è stato di 72 milioni di euro: la crescita a valore è in linea con quella dei volumi di produzione (+2% circa rispetto al 2016).

L’export del Salame Felino IGP, considerato tra le bandiere della produzione alimentare di qualità made-in-Parma, è pari al 20% del turnover complessivo. Italia a parte, è l’UE a importare i maggiori quantitativi di prodotto: i mercati principali coincidono con i primi Paesi di destinazione dell’export alimentare parmense, quindi Francia, Germania e Regno Unito. Se si considera l’area extra UE i maggiori estimatori del Salame Felino IGP sono Svizzera e Russia.

Queste le considerazioni del Presidente del Consorzio, Carletto Ferrari: «Il Salame Felino IGP è un prodotto di alta gamma, ancora artigianale e per questo caratterizzato da prezzi al consumo più elevati rispetto ad altri salami. L’ottenimento del riconoscimento IGP, nel 2013, è stato importante perché ha permesso al Consorzio di proteggere il Salame Felino dalle imitazioni, italiane ed estere: si è avviato un circuito virtuoso che ha permesso al comparto di svilupparsi. Il nostro rimane ancora un prodotto di nicchia: in Italia, i margini di crescita sono ampi. Dovremo essere bravi a potenziare la rete commerciale dialogando con il mondo della distribuzione. All’estero, invece, dobbiamo impegnarci a favorire la diffusione della cultura di prodotto, investendo in termini di immagine e promozione. Un dossier che abbiamo aperto sul tavolo è quello relativo agli Stati Uniti: per via di una normativa sanitaria estremamente severa e rigida in materia di importazioni alimentari, questo mercato è ancora precluso al Salame Felino IGP».

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