Sondaggio de La Puglia è servita: riaprire subito o no? Il turismo enogastronomico spaccato a metà - InformaCibo

Sondaggio de La Puglia è servita: riaprire subito o no? Il turismo enogastronomico spaccato a metà

I risultati fanno riflettere: il 45,8% vuole riaprire nel 2021 ma il 41,7% vuole ripartire al più presto

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 06/05/2020

Nella giornata odierna, mercoledì 6 maggio, dovrebbe venir redatto dal governo il Decreto Maggio che da tempo chiedono gli imprenditori dell’Horeca e della ristorazione per non morire soffocati da un lockdown che dura da oltre due mesi.

Ma tante sono le realtà che chiedono al governo di fare presto. Molti richidono di aprire il 18 maggio e non, come stabilisce le disposizioni odierne, il 1 giugno.

Apriamo in sicurezza bar e ristoranti il 18 maggio”, questo il titolo della petizione lanciata dalla Federazione italiana dei Pubblici Esercizi che ha già raccolto oltre 21mila firme per aprire in sicurezza e chiede contributi a fondo perduto . (leggere Informacibo).

Dalla Puglia i risultati di un interessante sondaggio

Ma proprio oggi dalla Puglia – regione fra le più desiderate del turismo nazionale ed internazionale – arrivano i risultati di un interessante sondaggio che vede la ristorazione pugliese spaccata a metà.  

E’ stata la direttrice del Consorzio “La Puglia è Servita”, Vittoria Cisonno (nella foto di copertina),  ad ideare e realizzare un sondaggio rivolto ai 70 associati con domande che vanno al cuore delle maggiori criticità del settore in vista dell’apertura prevista per il 1 giugno.

La parola a Vittoria Cisonno. direttrice del Consorzio “La Puglia è Servita

“In Puglia è emerso un mondo della ristorazione spaccato in due sull’apertura, ma tutti sono d’accordo su un punto: subiranno molti danni per il taglio dei posti a sedere. I ristoratori del nostro Consorzio – fa notare il direttore Vittoria Cisonno – basano la loro attività sul convivio, sulla condivisione a tavola di una esperienza, che va ben oltre del semplice cibo. Non solo nutrimento, ma piacevolezza”.

Ed ecco le risposte emerse dal sondaggio della Puglia, regione in vetta ai sogni del turismo italiano e internazionale, come sottolinea il Consorzio “La Puglia è Servita”.

APRIRE L’1 GIUGNO è GIUSTO?

Per il 45,8% servirebbe un piano di riapertura con data fissata al prossimo anno, con finanziamenti pubblici di sostegno”. C’è invece un 41, 7% più ottimista che ha voglia di verificare se vi sono condizioni effettive per ripartire.

QUALE SARA’ LA SITUAZIONE ECONOMICA DELLA SUA IMPRESA? 

Dall’1 giugno, chi aprirà non sa se riuscirà a restare aperto (41,7%). Mentre il (29,2%) ipotizza di ridurre costi e quindi anche il personale, c’è invece chi pur nella grande difficoltà prevede che non ridurrà il personale e i costi (12,5%). Infine, c’è chi punta alla diversificazione come elemento di compensazione (16,7%).

COSA FARA’ PERDERE PIU’ REDDITO? 

Per l’83% non ci saranno clienti a sufficienza per reggere i costi.

L’AZIENDA PUO’ ATTUARE IL DISTANZIAMENTO? 

Anche qui due blocchi quasi contrapposti. Il 29,2 % ha già procurato i DIP e sta formando lo staff. Un su 8 subirà un danno sostenibile dovuto alla riduzione dei posti a sedere (12,5%). Un 37,5% teme soprattutto le disposizioni “sottintese” quindi non espressamente indicate nei provvedimenti legislativi. Molto delicata la situazione di chi (1 su 5) dichiara che il protocollo di distanziamento non è sostenibile con il tipo di ristorazione offerta.

QUANTI POSTI A SEDERE ANDRANNO PERSI?

 Alcune strutture (12%) raggiungono una riduzione di oltre il 70% dei coperti mentre solo l’8% dichiara una riduzione dei coperti inferiore al 50%.

Una domanda  a  Beppe Schino “CHE MISURE CHIEDETE AL GOVERNO?

Beppe Schino

La risposta: “Al primo posto (37,5%) dal sondaggio è emersa la richiesta di accesso rapido a strumenti di liquidità finanziaria garantiti dallo stato con interessi bassi o a tasso zero, con lenta restituzione – risponde Beppe Schino, presidente de “La Puglia è Servita” – . Il 29,2% chiede la cancellazione di imposte e tasse per tutto il 2020 perché chi non incassa non può pagare le tasse. Come andare avanti? Il 20,8% indica, come unico modo, la cassa integrazione fino a fine anno”.

C’è una bella differenza -si chiede il presidente de “La Puglia è Servita”- con quanto, in queste ore, secondo le prime indiscrezioni il Governo vorrebbe fare: cassa integrazione solo fino ad ottobre. Ma con una magra stagione estiva, come potranno sopravvivere le aziende della ristorazione e del turismo enogastronomico? 

Altro capitolo delicatissimo, prosegue il presidente Beppe Schino, è quello del credito d’imposta: il 12,5% degli operatori chiede che il 60% dell’ammontare venga riconosciuto al proprietario fino al 31.12.2020 con un 40% dell’imposta a carico del locatario”.

I risultati del sondaggio condotto dal Consorzio ​La Puglia è servita danno una fotografia puntuale sulla situazione attuale della ristorazione e, il documento finale, è stato condiviso e sottoscritto da BuonaPuglia e Agritourist Puglia. Le stesse esigenze, e preoccupazioni, vengono dall’indotto e cioè da AIS Puglia, FIS Puglia, Buonaterra – Movimento Turismo dell’olio Puglia, Movimento Turismo del Vino Puglia.

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