Una quindicina di aziende si dimettono dal Consorzio Oltrepò Pavese - InformaCibo

Una quindicina di aziende si dimettono dal Consorzio Oltrepò Pavese

Le aziende dimissionarie totalizzano il 15% della produzione in Oltrepò per oltre 1000 ettari vitati

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 19/05/2018

Forte fibrillazione nel mondo della vitivinicoltura pavese, tanto che Slow food lo ha definito “La Waterloo del Consorzio Oltrepò Pavese”,

Nel 2014 si registrò l’uscita dal Consorzio tutela vini Oltrepò Pavese di ben 35 aziende. Una scissione mai più sanata che ha dato vita nel tempo a una struttura parallela al Consorzio di tutela chiamata Distretto di Qualità.

Ora cosa è successo?

Lo strappo di una quindicina di aziende

Una quindicina di aziende aderenti al Consorzio tutela vini dell’Oltrepò Pavese, hanno deciso di dimettersi perchè ritengono che la politica del Consorzio di tutela sia troppo legata a schemi passati.

A prendere questa decisione sono stati i dirigenti di Monsupello, Scuropasso, Rebollini, Terre del Lago, Tenuta Elisabet, Cantine Bertelegni, Rossetti&Scrivani, Forlino, Casa Guerci, Finigeto, Cascina Lupo, Picchi, F.lli Guerci, Torrevilla ed altri ancora, che si sono riuniti all’azienda Torrevilla, nella sede di Torrazza Coste (Pavia), sottoscrivendo le lettere individuali di dimissioni irrevocabili dal Consorzio.

In assemblea si è concretizzata una vera e propria restaurazione – ha dichiarato all’Ansa, Massimo Barbieri, presidente di Torrevilla -: il tentativo di cambiamento dal basso, proponendo politiche di rinnovamento orientate alla ricerca della qualità, che anche i recenti scandali avevano fatto prepotentemente emergere, si è purtroppo interrotto bruscamente. L’accordo tra pochi grandi operatori è tornato a prevalere grazie alle logiche antiche dei voti ponderati. A questo ritorno al passato noi non ci stiamo perchè siamo pronti e desiderosi di confrontarci con i mercati dimostrando che l’Oltrepò è terra di grandi prodotti; non vogliamo più essere famosi solo per i grandi numeri“.

Già nei giorni scorsi, Barbieri aveva preannunciato pubblicamente la scissione “se si fosse persa quest’ultima opportunità di discontinuità con il passato“.

Le aziende che si sono dimesse totalizzano il 15% della produzione

La quindicina di aziende che si sono dimesse, alle quali potrebbero seguirne altre a breve, totalizza circa il 15% della produzione complessiva in Oltrepò per oltre 1000 ettari vitati. La prima conseguenza delle dimissioni è rappresentata dalla perdita da parte del Consorzio della qualifica di “erga omnes”, ovvero del ruolo di controllo e vigilanza delle produzioni nel territorio.

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