Allarme Coldiretti: gli italiani senza cibo sono 2,7 milioni - InformaCibo

Allarme Coldiretti: gli italiani senza cibo sono 2,7 milioni

Rapporto “La povertà alimentare e lo spreco in Italia” presentato all’evento “Villaggio della Coldiretti” svoltosi a Torino

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 19/06/2018

La Coldiretti lancia l’allarme: 2,7 milioni di italiani si trovano a non avere abbastanza cibo.

Questo il numero delle persone che nel 2017 sono state costrette a mangiare nelle mense dei poveri: questo dato allarmante è emerso dal rapporto di Coldiretti “La povertà alimentare e lo spreco in Italia” presentato alla giornata conclusiva dell’evento “Villaggio della Coldiretti” che si è tenuto, nel fine settimana, a Torino.

Nel 2017 circa 2,7 milioni di persone hanno beneficiato degli aiuti alimentari

Nella relazione si sottolinea che ad avere problemi per mangiare sono dunque – secondo  la Coldiretti – oltre la meta’ dei 5 milioni di residenti che, secondo l’Istat, si trovano in una condizione di povertà’ assoluta. Nel 2017 circa 2,7 milioni di persone hanno beneficiato degli aiuti alimentari attraverso l’accesso alle mense dei poveri o molto più’ frequentemente con pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei “nuovi poveri” che per vergogna prediligono questa forma di aiuto piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli.

Chi sono i “nuovi poveri”

Sono costituiti in maggioranza da pensionati, disoccupati e famiglie con bambini; più precisamente, secondo i dati della Coldiretti, 455mila bambini di età inferiore ai 15 anni, 200mila anziani sopra i 65 anni e circa 100mila senza fissa dimora.

Attive diverse reti di solidarietà

In questa difficile battaglia contro la povertà sono attive diverse reti di solidarietà con organizzazioni operanti nella distribuzione degli alimenti tra le quali spiccano la Croce Rossa Italiana, la Caritas Italiana, il Banco Alimentare e la Comunità di Sant’Egidio.

Inoltre si contano 10.607 strutture periferiche, come mense e centri di distribuzione, promosse da 197 enti caritativi ufficialmente riconosciuti dall’Agea che si occupano della distribuzione degli aiuti.

Lanciata l’iniziativa “spesa sospesa”

Un’emergenza sociale contro cui combattono in prima linea anche Coldiretti e Campagna Amica che hanno lanciato a Torino, per la prima volta, l’iniziativa della cosiddetta “spesa sospesa” a favore della Caritas. Questo progetto consiste nella possibilità di effettuare una donazione libera presso i 150 banchi presenti al mercato; tutti i prodotti raccolti, come frutta, verdura, salumi, formaggi ed altro, saranno immediatamente destinati alle famiglie in difficoltà.

Nel documento si sottolinea, inoltre, l’importanza di ridurre gli sprechi alimentari. È stato calcolato, infatti, che ogni anno finiscono nel bidone oltre 16 miliardi di euro. Un vero e proprio salasso per le tasche già provate dei cittadini.

Per fortuna nel 2017 si è registrata una inversione di tendenza con quasi 3 italiani su 4 che hanno diminuito o annullato gli sperperi attuando una più oculata gestione della spesa.

Roberto Moncalvo Coldiretti, Chiara Appendino sindaca di Torino, Cesare Nosiglia Arcivescovo Torino

Il caso Abruzzo e l’impegno del Banco Alimentare

In Abruzzo la povertà’ è ancora in aumento anche se il Banco Alimentare cerca, attraverso varie iniziative, di arginare il problema. Ad esempio nel 2011 le persone in condizioni di disagio assistite dal Banco Alimentare erano diventate 32.920, a fronte delle 30.713 del 2010, con un incremento del 7,2%. Questi indigenti sono assistiti mediante più di 150 strutture convenzionate con il Banco: nel 2010 sono stati distribuiti 2.188.473 kg di prodotti rispetto ai 1.910.837 dell’anno precedente, con un incremento pari al 14,5%.

Numeri importanti, dunque, quelli del Banco Alimentare dell’Abruzzo, che quotidianamente raccoglie da aziende agroalimentari, grande distribuzione e Agea (Agenzia per Erogazioni in Agricoltura) le eccedenze alimentari e le distribuisce ai poveri della nostra regione mediante una consistente rete di strutture convenzionate (associazioni di volontariato, parrocchie, Caritas, enti assistenziali, case famiglia, mense dei poveri e via dicendo).

Questi dati da un lato testimoniano il progressivo aumento di condizioni di povertà’ in Abruzzo, che indebolisce ogni giorno di più’ quello che un tempo era il ceto medio. Dall’altro lato, tali dati parlano della crescente sensibilità’ di aziende agroalimentari e grande distribuzione, che hanno capito l’importanza di combattere lo spreco donando le eccedenze e partecipando a un’azione sociale di bene.

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