Allarme per l'olio d'oliva: la produzione è crollata del 38% - InformaCibo

Allarme per l’olio d’oliva: la produzione è crollata del 38%

L’allarme lanciato da Coldiretti, Italia Olivicola, Federolio e Unaprol

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 13/10/2018

Ancora un anno negativo per l’olio extravergine italiano?

I dati (pessimi) diffusi da Coldiretti, Italia Olivicola, Federolio e Unaprol destano moltissima  preoccupazione

Per la Coldiretti il crollo sarà del 38% a 265 milioni di chili, vicino ai minimi storici soprattutto per colpa del meteo che ha penalizzato i raccolti al Sud. Ma no­nostante un taglio consistente, le previsioni classificano l’Italia secondo pro­duttore mondiale nel 2018/19.

La Col­diretti si basa sulle previsioni divulgate dall’Ismea: la Puglia, già colpita dalla Xylella, segna un calo del 58% ma riesce a confermare la leadership nella produzione con 87 mi­lioni di chili; seguono la Calabria con 47 milioni di chili (-34%), la Sicilia per una produzione di 39 milioni di chili (-25%) e la Campania con 11,5 milioni (-30%). Al Centro diminuisce a 11,6 milioni di chili la produzione in Abruzzo (-20%), a 14,9 milioni nel Lazio (-20%) e a 3,3 milioni nelle Marche (-40%) mentre aumenta a 17,8 milioni in Toscana (+15%), come in tutto il Nord. In Liguria, però, la pro­duzione è calata del 50% a 6,2 milioni di chili.

In base all”indagine eseguita dagli osservatori di mercato di “Italia Olivicola” (l’organizzazione appena nata che rappresenta 250 mila produttori, pari al 50% degli olivicoltori nazionali, che fatturato complessivamente circa 54 milioni di euro ed esportano in 42 paesi del mondo) nell’ultima settimana di settembre, infatti, emerge una previsione di produzione di poco superiore alle 215.000 tonnellate di olio a livello nazionale, esattamente il 50% in meno rispetto alle quasi 430.000 tonnellate dello scorso anno.
Le motivazioni di questa campagna olivicola difficile vanno ricercate, certamente, nelle condizioni meteorologiche altalenanti con gelate, grandinate, bombe d’acqua e venti intensi che hanno prodotto danni considerevoli alle piante, tali da indurre alcune autorità locali a richiedere lo stato di calamità naturale nelle zone più colpite.

Anche per Italia Olivicola nel crollo della produzione pesano soprattutto le difficoltà riscontrate nelle due Regioni olivicole più importanti d’Italia, Puglia e Calabria.

In Puglia (-56% rispetto allo scorso anno) le zone più colpite dalle gelate sono state le provincie di Bari e Barletta-Andria-Trani, soprattutto nell”entroterra che registra perdite anche superiori al 70%, mentre lungo la fascia costiera la produzione ha tenuto discretamente bene.

Le dichiarazioni dei Presidenti di Italia Olivicola, di Federolio e del consorzio Una­prol

“È un”annata difficile per il nostro settore per questo non sono più procrastinabili interventi seri, a partire da un nuovo Piano Olivicolo Nazionale, che consentano agli olivicoltori di aumentare la produzione e di far fronte in questo modo ai problemi stagionali che ogni anno registriamo” ha detto il Presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo.

Per la sopravvivenza di migliaia di aziende, il presidente del consorzio Una­prol, David Granieri chiede al Governo «un piano olivicolo nazionale 2.0 che preveda finanziamenti per il reimpianto di nuovi oliveti».

Il presidente di Federolio, Francesco Tabano, chiede, tra l’altro, di «valorizzare l’extravergine di oliva 100% italiano commercializzato dalle imprese familiari italiane, investire nella ricerca, garantire una snella ope­ratività delle imprese e giusti controlli».

 

Le manifestazioni in tutta Italia per gli appassionati di buon olio e di buona cucina

Mentre c’è preoccupazione partono in questo periodo innumerevoli manifestazioni dedicate agli oli dei vari territori dal Nord al sud d’Italia. Per tutti citiamo “Frantoi Aperti in Umbria” prevista dal 1° al 25 novembre 2018, un evento che, proprio nel periodo della frangitura delle olive, mette al centro dei riflettori una delle preziosità del territorio umbro.

Quattro fine settimana dedicati agli appassionati di buon olio, buona cucina e buon territorio: un periodo giusto non solo per degustare l’olio extravergine di oliva appena franto ma anche per conoscerne la storia e la produzione e riflettere sulle difficoltà di questo comparto vitale dell’agroalimentare italiano .

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