Il caffè espresso italiano candidato a patrimonio Unesco

Il caffè espresso italiano candidato a patrimonio Unesco

di Oriana Davini

Ultima Modifica: 21/01/2022

Il caffè espresso italiano è candidato a diventare patrimonio Unesco: il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha infatti lanciato ufficialmente la candidatura di uno dei riti simbolo dello stile di vita italiano.

Da Venezia a Napoli: l’arte del caffè espresso italiano nei bar storici italiani

Più di una semplice bevanda

caffè al bar

“In Italia il caffè è molto di più di una semplice bevanda – ha detto Gian Marco Centinaio, sottosegretario all’Agricoltura -: è un vero e proprio rito, è parte integrante della nostra identità nazionale ed è espressione della nostra socialità che ci contraddistingue nel mondo”.

Esattamente come l’arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano, iscritta nel 2017 nella lista dei patrimoni immateriali dell’umanità Unesco, anche il caffè espresso italiano è il risultato di una tradizione viva che copre più generazioni ed è trasversale a tutta l’Italia perché si consuma ovunque.

Non è un caso che la candidatura sia stata proposta dal Mipaaf all’unanimità con la seguente dicitura: “Il caffè espresso italiano tra cultura, rito, socialità e letteratura nelle comunità emblematiche da Venezia a Napoli”.

Oltre a essere un’abitudine quotidiana per ogni italiano, il caffè espresso ha un valore economico non indifferente in Italia, dove di contano 800 torrefazioni e 7000 addetti, oltre a bar e ristoranti che servono centinaia di tazzine al giorno.

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L’iter per la candidatura

italiani e caffè

Il prossimo step prevede che la candidatura del caffè espresso italiano venga trasmessa in via ufficiale quanto prima alla Commissione nazionale italiana per l’Unesco, che dovrà a sua volta approvarla e trasmetterla alla sede storica dell’Unesco a Parigi entro il 31 marzo.

Si tratta di un passo importante, non solo perché il riconoscimento Unesco è particolarmente prestigioso, ma anche perché arriverebbe in un momento dove proprio la socialità e la convivialità, spesso legate al rito del caffè, sono messe a dura prova dalla situazione sanitaria. Senza contare il risvolto per il luogo simbolo del caffè espresso, come il bar, particolarmente penalizzato dalla restrizioni imposte negli ultimi due anni.

“In questi giorni – commenta Alessandro Cavo, presidente de Gli Storici e consigliere delegato di Fipe-Confocmmercio presso il Comitato promotore della candidatura dell’espresso italiano a patrimonio Unesco – il rito quotidiano di milioni di italiani di consumare la tazzina di caffè al bar deve fare i conti con le misure restrittive anti Covid e, per quanto riguarda i gestori, con l’incremento dei costi della materia prima e dell’energia. Ci auguriamo che la candidatura, arrivata al termine di un lungo percorso, rappresenti il riconoscimento di un rito che unisce il Paese nel segno di quella convivialità oggi negata dall’emergenza sanitaria”.

Al Caffè al Bicerin, lo storico locale torinese dove è nato quel caffè così speciale

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L'Autore

giornalista

Giornalista specializzata in turismo e itinerari enogastronomici