Dalla moka al costo dell'espresso: 10 luoghi comuni sul caffè da sfatare

Dalla moka al costo dell’espresso: 10 luoghi comuni sul caffè da sfatare

di Oriana Davini

Ultima Modifica: 19/07/2022

È vero che la moka non va mai lavata? E che un espresso al bar non può costare più di un euro? Nell’Italia patria del caffè sono tanti i luoghi comuni in circolazione sulla bevanda nazionale.

Perché nonostante il rito del caffè al bar rappresenti una parte importante dello stile di vita made in Italy, in realtà sappiamo ben poco dell’oro nero, di come dovrebbe essere preparato, come funziona la filiera e di quanto dovrebbe costare per essere davvero di qualità.

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Chi beve più caffè?

caffè

Ogni anno nel mondo consumiamo circa 4,5 kg di caffè a testa, con notevoli differenze a livello geografico.

Nonostante in Italia il prezzo della tazzina al bar sia tra i più bassi in Europa (in Austria e Germania il costo oscilla tra 1,75 e 1,90 euro, in Francia 1,60 euro, nei paesi del Nord Europa sale a 3 euro), i più grandi consumatori di caffè al mondo sono i finlandesi, con circa 12 kg di caffè pro capite. Gli italiani sono “solo” al 13° posto della classifica globale, con 6 kg di caffè pro-capite.

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Quanto ne sai?

Oggi il caffè è sempre più un rito sociale: serve a prendersi un momento di pausa, a staccare e fare quattro chiacchiere con amici e colleghi o persino con il barista. Ma è un’attività talmente frequente e abituale che spesso viene data per scontata: spesso si conosce ben poco del caffè, dei suoi diversi tipi, dei suoi effetti positivi, delle sue origini e di tutte le figure che ruotano nella filiera del caffè.

Per questo motivo SCA Italy, la delegazione nostrana della Specialty Coffee Association, l’associazione mondiale per la promozione dell’eccellenza nel mondo del caffè, ha stilato un decalogo per sfatare alcune credenze ancora molto radicate sul caffè.

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10 falsi miti sul caffè

italiani e caffè

L’espresso è amaro

Sui gusti non si discute ma se troviamo un caffè troppo amaro dobbiamo porci dei dubbi sulla qualità del prodotto. Più un caffè è amaro più contiene Robusta, una varietà in genere meno pregiata dell’Arabica, solitamente più dolce. Il sapore amaro può derivare anche da una tostatura più scura, usata a volte per coprire la scarsa qualità del caffè.

La moka non si lava

moka-caffè

La moka, o caffettiera napoletana, è diffusa in quasi tutte le case italiane. Ma la credenza di non doverla mai lavare è falsa perché i grassi e gli oli generati dalla preparazione del caffè potrebbero rimanere troppo a lungo a contatto con le pareti della caffettiera e quindi influire sul sapore finale del caffè.

Il caffè fa male allo stomaco

L’uso smodato del caffè, così come di qualsiasi bevanda, non è consigliato ma va sfatato il mito che il caffè faccia male allo stomaco o abbia tendenze negative sulla salute. Se il processo di tostatura e lavorazione vengono svolti correttamente, non vi è alcun fastidio allo stomaco. Inoltre, il caffè Arabica contiene fino a tre volte meno caffeina delle miscele con Robusta, quindi se di alta qualità possiamo berne qualcuno in più.

Se lo zucchero sta a galla, il caffè è buono

La crema dell’espresso è un indicatore utile per la valutazione del caffè, ma il fatto che sorregga o meno lo zucchero non significa che sia di qualità. Ciò che conta è la trama della crema, che non deve essere schiumosa né eccessiva: la tenuta e la consistenza ideale della crema deve essere elastica. 

L’espresso deve costare un euro

Negli ultimi 10 anni il costo reale del caffè ha subito continui aumenti, ma nei bar nostrani l’espresso è rimasto mediamente al costo di un euro. Si tratta di una soglia psicologica che però costringe i bar ad abbassare la qualità del prodotto servito o tagliare sul personale.

Il caffè può essere bevuto dopo la data di scadenza

Il caffè non è eterno e la sua qualità è commisurata al tempo in cui si consuma: meglio usarlo il prima possibile, soprattutto se macinato, in modo da assaporarne meglio gli aromi. Evitiamo di consumarlo dopo tre mesi dalla tostatura.

Il caffè si conserva in frigo

Anche se il frigo rallenta il processo di modificazione delle proprietà organolettiche, è un luogo umido e pieno di odori. Il modo migliore per conservare il caffè e soprattutto le sue caratteristiche aromatiche e organolettiche è tenerlo al riparo da aria, umidità, calore e luce, quindi in un luogo fresco e asciutto, privo di sbalzi di temperatura e possibilmente in contenitori sottovuoto.

Bere acqua dopo il caffè

Alcuni bevono il bicchiere di acqua dopo aver preso il caffè ma sarebbe meglio berla prima, in modo da cancellare eventuali residui sulla lingua e nella bocca, così da assaporarne al massimo il gusto.

Il caffè è sempre uguale

Nel mondo si coltivano tantissime tipologie di caffè, che differiscono tra loro per origine, metodi di lavorazione, tostatura, estrazione, dando vita a caffè con gusto e consistenza differenti. Il risultato? Dietro ogni tazzina di caffè c’è una storia diversa. Lo zucchero ne influenza il sapore e lo appiattisce, dando l’impresso di un gusto uniforme.

Se sei a dieta, evita il caffè

Una tazzina di caffè, senza aggiunta di zucchero, apporta al massimo due calorie. Non solo non fa ingrassare, quindi, ma al contrario il caffè aiuta a diminuire la sensazione di fame. 

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L'Autore

giornalista

Giornalista specializzata in turismo e itinerari enogastronomici