Capodanno al ristorante, l'allarme di Fipe: "Fioccano le disdette"

Capodanno al ristorante, l’allarme di Fipe: “Fioccano le disdette”

di Oriana Davini

Ultima Modifica: 29/12/2021

Capodanno al ristorante? Complice l’incremento dei contagi, fioccano le disdette.

L’allarme arriva da Fipe – Confcommercio, la Federazione dei Pubblici Esercizi, che alza il velo sulle cancellazioni che i ristoranti stanno ricevendo negli ultimi giorni proprio per il veglione di Capodanno.

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Disdette per il 30%

Rispetto all’anno scorso, sono 70mila i ristoranti che in tutta Italia apriranno le porte per la cena del 31 dicembre: uno scenario completamente diverso rispetto all’anno scorso, quando l’Italia era in zona rossa e le misure per il contenimento della pandemia avevano decretato la chiusura dei ristoranti e il coprifuoco anche nella notte di Capodanno.

capodanno al ristorante

Secondo l’Ufficio Studi di Fipe, i dati raccolti prima di Natale erano incoraggianti, con 4 milioni di italiani pronti a festeggiare l’arrivo del 2022 al ristorante. Una ripresa attesa e favorita dai ristoratori, che hanno cercato di fare leva anche sul conto finale per attirare clienti: 78 euro il prezzo medio per il cenone (erano 80 euro nel 2019) e 90 euro per cena e brindisi di mezzanotte con sottofondo musicale (105 euro nel 2019). Numeri che significano una spesa totale prevista di 325 milioni di euro: meno dei 445 milioni di euro di due anni fa, ma comunque una boccata d’ossigeno per le casse della ristorazione italiana.

Eppure, le aspettative rischiano di essere disattese a causa dell’avanzata della variante Omicron, che ha portato a un’impennata di contagi negli ultimi giorni. Il risultato? Secondo Fipe, circa il 30% delle prenotazioni saranno disdette. E considerato che il mese di dicembre vale da solo circa il 10% del fatturato dei ristoranti, tra Natale e Capodanno, il conto è presto fatto.

“Servono misure urgenti”

Una situazione che, secondo la Federazione, richiede misure urgenti di sostegno agli imprenditori della ristorazione.

Se una flessione rispetto al 2019 era prevista, anche per via della mancanza di una larga fetta di turisti stranieri, “qui siamo di fronte a una quadro inaspettato fino a solo pochi giorni fa”, sottolinea Fipe in una nota. “Ci sono locali che in tre giorni hanno visto disdire la maggior parte delle prenotazioni, senza riuscire a rimpiazzarle”.

Quello che sembrava potesse essere il mese della ripresa si sta rivelando del tutto diverso. “Ecco perché non esitiamo a chiedere al governo misure urgenti, come ad esempio le proroghe delle moratorie bancarie e della cassa integrazione“.

 

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L'Autore

giornalista

Giornalista specializzata in turismo e itinerari enogastronomici