Castello di Uviglie, il sogno enoico della famiglia Bonzano - InformaCibo

Castello di Uviglie, il sogno enoico della famiglia Bonzano

La famiglia piemontese lavora per valorizzare i vitigni locali e rendere il Monferrato un esempio virtuoso capace di ispirare altri territori e persone.

di Simone Pazzano

Ultima Modifica: 22/06/2023

Dove c’è un castello spesso ci sono storie e avventure da raccontare. Nei libri delle favole, nei film, ma anche nel mondo del vino italiano. Ed è un po’ quello che è accaduto tra le vigne e le cave sotterranee di Castello di Uviglie, cantina piemontese di Rosignano Monferrato (AL), dove la famiglia Bonzano ha realizzato, e sta realizzando giorno dopo giorno, il suo sogno enoico. Un progetto che vuole preservare l’identità del castello – dove la prima vite è stata messa a dimora oltre cinque secoli fa – e valorizzare un territorio ricco di storia, eccellenze e biodiversità.

famiglia Bonzano
La famiglia Bonzano

Tutto nasce quindi come sogno di famiglia e gesto d’amore nei confronti della propria terra, come racconta con entusiasmo Francesca Bonzano, Marketing & Communication Manager della cantina piemontese: “È un’avventura nata grazie ai miei genitori che avevano l’idea di rendere onore al territorio del Monferrato. Ripiantare quindi la vigna dove c’era sempre stata e nel nostro caso partendo proprio dal cru della Mandoletta, che è dove si trova la nostra casa di famiglia e dove viviamo in quattordici, anche se ora siamo un po’ disseminati per il mondo”. È questo dunque il nucleo della cantina monferrina e lo dimostra il fatto che Mandoletta è anche il nome del metodo classico prodotto da Castello di Uviglie. Un vino iconico perché è stato il primo di questa avventura.

Il Monferrato è speciale perché…

L’obiettivo della famiglia Bonzano è rendere il Monferrato un esempio virtuoso capace di ispirare altri territori e persone. Ma perché questa terra è così speciale?

A mio avviso i territori con molta biodiversità sono decisamente migliori rispetto a quelli sfruttati solo per monoculture. Per questo mi sento di dire che la forza del Monferrato è proprio la biodiversità. – sottolinea Francesca Bonzano – Il fatto che in una vallata puoi avere il campo di grano, così come le nocciole e di fianco la vite. Tutta questa questa vicinanza tra seminativo, vigne e bosco, altro elemento importante, dà sicuramente un contributo fondamentale per la riuscita poi di un buon prodotto da parte dei nostri vigneti”. 

Francesca Bonzano
Francesca Bonzano

Un contesto in cui la cantina piemontese – che presto sarà certificata Equalitas – ha recentemente aggiunto anche le arnie. Avere le api vicino alle vigne arricchisce la biodiversità e rende più sostenibile, e meno impattante, il lavoro dell’uomo. Tutto contribuisce, dunque. Come aggiunge la giovane produttrice piemontese: “Anche le differenze tra il pendio dolce delle colline e la vallata, oltre alla presenza del laghetto, come abbiamo noi al Castello di Uviglie, rendono speciale questo territorio. Tutta questa differenza di paesaggio è sia bella per gli occhi che importante per il prodotto finale”.

I vini dell’azienda: elogio al territorio

Il prodotto finale, appunto. Quel vino che dal Monferrato arriva anche negli Stati Uniti, dove è molto apprezzato, e che in breve tempo è arrivato a una produzione di circa 150 mila bottiglie l’anno, a fronte delle 20 mila iniziali.  I vini del Castello di Uviglie – alla cui qualità contribuisce il lavoro dell’enologo Donato Lanati, che ha messo a dimora le prime viti – nell’idea dell’azienda rispecchiano e si identificano nel territorio in cui dimorano. E così, nella scelta di valorizzare la tradizione, la famiglia Bonzano si prende cura, per la quasi totalità, di vitigni autoctoni: Barbera, Albarossa e Grignolino, espressione più autentica delle colline del Monferrato Casalese. 

vini castello di uviglie

Al momento abbiamo circa 14 etichette, che però probabilmente andremo a restringere un po’. – sottolinea Francesca Bonzano – La maggior parte sono vocate al territorio e ai suoi vitigni autoctoni, quindi Barbera, Grignolino e Albarossa. Quest’ultimo siamo in una ventina di produttori a farlo e ci stiamo impegnando per farlo conoscere sempre di più. E poi, ovviamente, abbiamo anche blend internazionali come Hosteria, che possiamo definire il nostro flagship wine, soprattutto all’estero, che unisce Pinot Nero e Barbera”. 

La cantina monferrina ha però un altro cavallo di battaglia all’interno della sua produzione. Una bollicina a cui tiene molto, perché anch’essa ha un forte legame con il territorio, come spiega la produttrice: “Abbiamo un focus importante sul metodo classico perché è una produzione che si fa da 30 anni al Castello di Uviglie, con relativo affinamento nelle cave di pietra da cantone”. Ed è proprio su questo piccolo-grande dettaglio che si sviluppa la personalità di questo vino: “La linea delle nostre bollicine si chiama proprio Le Cave ed è in questa grotta che il metodo classico vive una situazione di maturazione ottimale per l’umidità, il buio e anche la dimensione degli spazi”. 

Una meraviglia che unisce uomo e natura difficile da raccontare, ma che va assolutamente vista durante un viaggio sul territorio, come tiene a sottolineare anche la giovane produttrice piemontese. 

Le Cave sotterranee: un patrimonio inestimabile

Le antiche cave sotterranee di pietra da cantone sono uno dei simboli del Monferrato. Questi locali in cui da tempo viene conservato il vino, raccontano la lunga storia di questa terra: del suo fondale marino antico 17 milioni di anni, e della sua geografia urbana. La pietra da cantone scavata in queste cave è stata infatti il primo materiale utilizzato per la costruzione delle case che, ancora oggi, si abbarbicano tra i pendii delle colline. 

cave di pietra da cantoni

Grazie alla cura della famiglia Bonzano, le cave del Castello di Uviglie non sono solo destinate all’affinamento dei vini, ma sono anche visitabili. Un percorso per approfondire, ancora una volta, l’identità del territorio e delle persone che lo abitano.  

Enoturismo: l’importanza di fare squadra

Per quanto riguarda l’enoturismo, fenomeno sempre più in crescita anche tra le nuove generazioni, l’idea della cantina monferrina è di fare “squadra” con gli altri player del territorio, puntando sull’accoglienza e il piacere dell’esperienza

vini del monferrato

Al momento noi abbiamo degustazioni prenotabili ogni giorno e poi siamo molto attivi con tanti eventi nei weekend. Da musica dal vivo a serate in collaborazione con altri enti del territorio, oltre a una serie di eventi in cui cerchiamo di creare collegamenti con gli altri produttori locali. Soprattutto dal punto di vista gastronomico, in modo da far conoscere in una volta sola magari due o tre realtà del Monferrato”. 

E su questo Francesca Bonzano ha le idee chiare: creare sinergie tra le varie eccellenze locali è l’unica strada per far conoscere sempre di più il Monferrato e i suoi vini. Per rendere il territorio una destinazione turistica attrattiva sia per gli italiani che per gli stranieri. 

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L'Autore

Giornalista

Giornalista e digital strategist per ViaBagutta Comunicazione. Scrivo di food & beverage per testate di settore come Informacibo.it e Osserva Beverage de La Repubblica. Curo "Onde", una newsletter dedicata ai temi della comunicazione e "Blu Mediterraneo", community per gli amanti del mare.