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Charles Flamminio, il mago dei cocktail

Il Mixologist, tra i migliori in Italia, si confessa e ci racconta il suo percorso e tutte le novità di questa professione

di Informacibo

Ultima Modifica: 08/01/2019

Tra barman, bartender e mixologist, preferisce l’appellativo mixologist e in effetti per chi ha avuto modo di vederlo in azione, sembra davvero un mago con la sua valigetta da alchimista. Parliamo di Charles Flamminio, oggi considerato uno dei migliori professionisti del settore in Italia.

Classe 1970, Charles è nato a Campomarino, un piccolo paese del Molise, ed è proprio qui che a soli 16 anni ha iniziato a fare il barman presso il Real Pub. «Due dei miei cinque fratelli erano camerieri, -ci racconta- quindi già da ragazzino respiravo questa professione a casa. Il mio primo maestro è stato proprio mio padre, lui aveva le campagne, mi ha insegnato a fare il vino, i liquori, le marmellate con gli agrumi, l’olio, tutte cose che poi negli anni mi sono state utilissime. Poi il mestiere me lo ha trasmesso Ezio Falconi, un barman di Treviso». Flamminio infatti è autodidatta, ha frequentato tanti corsi di formazione ma non la classica scuola alberghiera.

«Negli anni –continua- ho preso lezioni private da bartender accreditati come Luca Cinalli, Simone Caporale, Filippo Sisti e Claudio Peri. Senza scordare il mio grande maestro Gianfranco Pola, da oltre 15 anni brand ambassador Chartreuse».

Molto legato alle sue origini, Charles va spesso a Campomarino anche per procurarsi la “menta nemorosa moijto” prodotta dal suo compaesano Alfonso Staniscia e per rifornirsi del mosto d’uva, del mosto cotto e di varie marmellate che utilizza per il suo lavoro. «Torno spesso nel mio paese, -ci confida- ovviamente c’è la mia famiglia, mia mamma che è molto anziana e i miei fratelli».

Ma torniamo alla sua carriera. Quando capisce che il barman sarà il suo mestiere, il giovane ragazzo del Molise, lascia il suo paese e inizia a girare l’Italia: da Bologna, al Roxy Bar, alla Sardegna, al ristorante Pomodoro e all’hotel Cervo, da Termoli allo Space come direttore artistico, a Riccione al Caffè Centrale. Poi uno stage a Montecarlo per approdare al Grand Hotel di Rimini, dove ha avuto l’onore di lavorare con il barman Danilo Angelini, Domenico Benzi e il maitre Ennio Stocco. Alla fine Charles decide di stabilirsi in Romagna, la patria del divertimento e delle tendenze nei locali, collaborando nelle più prestigiose situazioni della movida romagnola, come il Riviera Golf Resort, di proprietà dello stilista Paolo Gerani.

Professionalità, ospitalità, educazione e tanta passione sono le caratteristiche che non possono mancare per chi sceglie di fare questo lavoro con qualità. «Questa professione negli anni –ci racconta- è diventata la mia “missione”: la clientela va incuriosita e stupita sia alla vista che al palato! Così ho iniziato a sperimentare nuove ricette, abbinando il food al beverage, mixando il meglio dei distillati con spezie, infusi, salse, per creare nuovi drinks dai sapori sempre più particolari. Non è stato facile riuscire a creare cocktail dove il padrone di base, cioè l’alcolico, non perdesse il suo profumo, aroma e forza, ma ci sono riuscito».

Attualmente Charles Flamminio è “Brand Ambassador” di Riviera Gin, il gin tutto romagnolo, dei liquori Gorfer, diDilmah Tea, di Spicy, una nuova linea di prodotti speziati ed infusi, delle Toniche Imperdible, e “sentinella” del colosso Chartreuse.

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Diverse anche le collaborazioni che il mixologist ha stretto con rinomati chef con i quali inventa drink da abbinare ai piatti o addirittura suggerendo distillati da utilizzare nei piatti creando un connubio cibo e bere quasi magico; parliamo degli stellati Gian Paolo Raschi del ristorante Guido di Rimini e Riccardo Agostini del Piastrino a Pennabilli, e ancora, Fabio Drudi della Tenuta Saiano vicino Rimini e Giuliano Oletta del Hotel Corallo di Rimini.

Lo scorso inverno Charles ha terminato la sua avventura al Belludi Quarantadue di Riccione, locale rivelazione dell’anno per Bargiornale, quest’estate invece ha accettato un’altra scommessa che ha vinto alla grande, lavorando al privè del Coconuts di Rimini, uno dei locali simbolo della riviera adriatica.
La ricerca è un aspetto fondamentale per chi fa questo mestiere ad alti livelli come Charles. «C’è tanta ricerca dietro i miei drink, -ci spiega- mi piace lavorare con prodotti homemade, perché credo che ogni locale e ogni barman debbano lavorare con prodotti tipici, che rendono uniche le sue caratteristiche.

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Cerco di variare tanto e di non usare prodotti convenzionali. Giro spesso per le aziende italiane alla ricerca di piccoli produttori che possano ispirarmi per le mie creazioni che mi portano a realizzare cocktail biologici, gluten free, a Km 0 e ultimamente mi sono specializzato su infusi e brodi alcolici, che sono andato a studiare a Chicago. I miei cocktail preferiti sono sempre i classici: Americano e Gin Tonic, e in particolare amo il 127 di Chartreuse, che è il Moscow Mule con Chartreuse Gialla».

Progetti futuri? «E’ appena cominciato –ci dice- il tour invernale che toccherà varie città italiane si chiama “SpiriTea” e mi porterà a girare diversi locali proponendo i miei speciali cocktail. Come appuntamento imminente c’è la Scuola Internazionale del tè, il 16 ottobre a Milano, dove sono molto orgoglioso di rappresentare l’azienda dello Sri Lanka Dilmah Tea, con la realizzazione di due drink con il tè».

Sogni nel cassetto? «Non nascondo – ci confida- che mi piacerebbe aprire un posto tutto mio. ll mio locale ideale è uno speakeasy con 5 tavoli, 1 bancone e 1000 bottiglie provenienti da tutto il mondo».

La Guida dei cocktail bar d’Italia: 170 locali

di Eleonora Lopes

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Capo Redattore