Cozza di Scardovari: una Dop pregiata, ma in pericolo
L'appello del presidente del consorzio Mancin: "Servono al più presto i lavori di vivificazione delle acque"
di Alessandra Favaro
Ultima Modifica: 29/06/2018
“I lavori di vivificazione sono urgenti, altrimenti la nostra Dop è a rischio”: così Paolo Mancin, presidente del consorzio tutela della Cozza di Scardovari Dop, il primo mollusco italiano ad aver ottenuto la certificazione nel 2015.
La sacca della laguna di Scardovari è tra le poche in Italia dove si producono cozze di qualità, ma il loro sviluppo è in pericolo, per il ritardo in lavori che consentano un giusto ricambio delle acque.
Una Dop in pericolo
Per disciplinare la cozza di Scardovari deve avere al suo interno una percentuale di parte edibile del 25%, ma mancando il riciclo dell’acqua in laguna, si hanno pochi nutrienti nel periodo primaverile e la sua crescita può rallentare o interrompersi prematuramente. A giugno poi le temperature arrivano così già a 30 grandi: limite vitale dei molluschi.
” E’ un peccato anche perché tanti giovani vorrebbero fare questo lavoro e molte donne rimaste disoccupate dopo la crisi del tessile hanno trovato qui l’occupazione”.
“Così stiamo soffrendo – aggiunge Mancin – non riusciamo a espanderci quanto vorremmo. A partecipare a fiere o a promuovere il nostro prodotto perché siamo in balia delle temperature e non sappiamo per quanto potremmo produrre. Sicuramente meno rispetto a quanto potremmo fare con le opere di vivificazione compiute. E’ un peccato anche perché tanti giovani vorrebbero fare questo lavoro e molte donne rimaste disoccupate dopo la crisi del tessile hanno trovato qui l’occupazione”.
Il prodotto
Le cozze di Scardovari Dop vengono seminate, allevate, lavorate, raccolte e depurate solo all’interno della laguna di Scardovari, una delle poche in Italia nelle quali si producano cozze di qualità.
Sono pregiate: il prezzo al pescatore è di 0,90 al kg rispetto a 0,75 di una cozza no Dop, anche per un metodo di raccolta delicato e antico. E’ un lavoro tramandato dal 1970 a oggi dalle famiglie del territorio. I requisiti fondamentali che la distinguono dalle altre sono: la quantità di sodio inferiore di 250 mg su 100 gr di prodotto, dovuta all’acqua salmastra della laguna e alla massa muscolare maggiore rispetto alla media, pari al 25% del suo peso totale su un chilo di cozze.
Il ruolo delle donne
Una tradizione, quella della coltivazione dei molluschi nella sacca di Scardovari, che vede una forte presenza di quote “rosa”. Sono le donne, quelle riassorbite dopo il fallimento delle industrie tessili, a rappresentare quasi la metà dei lavoratori in questo settore.
Lasciate le macchine da cucine, hanno preso stivali di gomma ed equipaggiamento per svolgere il loro lavoro sulle tipiche cavane, casette su palafitte situate lungo l’arginatura della Sacca.
Il consorzio
Del consorzio fanno parte: il consorzio delle cooperative dei pescatori del Polesine che è il trasformatore e depuratore, la cooperativa pescatori Delta Padano, la cooperativa tra pescatori dell’Adriatico, la cooperativa Pescatori Po, cooperativa pescatori Santa Giulia, cooperativa Pescatori miticoltori.
In totale circa 1500 persone, la metà donne. Di questi, un centinaio di famiglie sono votate esclusivamente alla lavorazione di questa cozza speciale. La Dop è arrivata nel 2015 “Dopo 12 anni di burocrazia” ricorda Mancin. Da allora la produzione è in crescita, ma è incerta: 5 tonnellate nel 2015, circa 13 nel 2016 e 30 nel 2017.
“Quest’anno è cominciato bene, a fine maggio eravamo già attorno alle 10 tonnellate, ma dipende poi dalla temperatura dell’acqua e dal clima, Fatichiamo a fare previsioni”.
Per produrre la Cozza di Scardovari Dop i pescatori hanno a disposizione al massimo 2 o 3 mesi “E così facciamo fatica a promuovere qualcosa che non sappiamo se e per quanto ci sarà” aggiunge Mancin “E’ un grande problema questo”.
Il Delta del Po leader nella produzione di cozze e vongole
L’ultimo report della Regione Veneto ha confermato il 77% della produzione di vongole e l’88% di cozze avviene proprio nel Delta del Po “A maggior ragione servono i lavori di miglioramento. Gli ultimi importanti risalgono a vent’anni fa. Da allora si sono fatti soltanto interventi tampone – sottolinea Mancin – Siamo anche disposti a contribuire alle spese, purché si eseguano”.
A metà giugno, il presidente della Regione Luca Zaia ha annunciato che la giunta regionale del Veneto ha istituito un gruppo di lavoro per coordinare e semplificare gli adempimenti amministrativi, per favorire gli interventi di vivificazione delle lagune del Delta del Po. Il presidente ha sottolineato che gli interventi sono fondamentali per la tutela di produzioni di eccellenza quali le vongole del Delta, il pesce azzurro di Pila, le ostriche rosa e la cozza Dop di Scardovari.
(credits photo in cima all’articolo: DeltaPortoTolle.it)
(credits photo nell’articolo: Consorzio Cozza di Scardovari Dop)
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