“Don Alfonso” Iaccarino è il nuovo assessore al turismo di Sorrento - InformaCibo

“Don Alfonso” Iaccarino è il nuovo assessore al turismo di Sorrento

Lo chef, patron del ristorante Don Alfonso 1890 a Sant’Agata dei Due Golfi (due stelle Michelin), entra nella squadra del sindaco Massimo Coppola

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 31/10/2020

Alfonso Iaccarino diventa assessore al turismo al Comune di Sorrento.

Il neo sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, espressione di una lista civica, nei giorni scorsi, ha firmato il decreto di nomina dei componenti della giunta in cui entra anche Alfonso Iaccarino. (foto di copertina da “grandichef.com”)

Lo chef, patron del ristorante Don Alfonso 1890, a Sant’Agata dei Due Golfi dice

“Ho 74 anni e una vita che mi ha regalato soddisfazioni familiari e professionali. Adesso ho più tempo a disposizione ed è il momento di dedicarmi anche al mio territorio”, questo è stato il primo commento del neoassessore al turismo Iaccarino.

Oltre al ristorante Don Alfonso 1890 e un resort a Sant’Agata sui due Golfi che sono la punta di diamante del mondo dell’ospitalità nella penisola sorrentina, Iaccarino è un grande imprenditore con “aperture” di locali in Asia e in America, ha una tenuta agricola Le Peracciole di sette ettari ed ha ricevuto riconoscimenti internazionali sulle più prestigiose guide gastronomiche.

Informacibo, a cura di Giuliano Belloni, nel lontano 2014 lo aveva intervistato e le  risposte sono ancora attuali e stimolanti, tanto da portarci a ripubblicarle ed augurare a Don Alfonso BUON LAVORO MAESTRO!

 Don Alfonso Iaccarino, chef stellato nell’olimpo dell’Alta cucina mondiale

Un incontro a Roma con Alfonso Iaccarino

Domanda: Quanto conta il luogo dove è nato?
Risposta: Sono nato in una camera d’ albergo. Vengo da una famiglia che da cinque generazioni fa ristorazione. Ed ora continuo con i miei figli . Abbiamo sempre avuto il culto e il rispetto dei prodotti e della terra. Questo perchè mio nonno, mi ha fatto capire l’importanza dei prodotti legati ad una grande ristorazione. E cosi nel ’90 abbiamo creato una Azienda biologica, in località Punta della Campanella. Produciamo limoni ed oli extravergini di oliva e la stragrande maggioranza dei prodotti che usiamo al ristorante: pomodori, melanzane, zucchine, patate, tutte le erbe aromatiche… polli. E questo è un grosso aiuto e un notevole supporto alla ristorazione. Innanzitutto ci ha fatto crescere e resi più consapevoli.E questa consapevolezza soprattutto poi l’abbiamo trasferita ai nostri collaboratori. Per esempio nella scelta dei pomodori. Io definisco due tipi di cuochi: quelli del supermercato e quelli seri. Quindi il cuoco serio è quello che va alla ricerca dei prodotti e della qualità.
Privilegiando anche il piccolo artigiano alimentare. Se il Paese Italia lo capisse davvero, questo diventerebbe la nostra vera salvezza e ricchezza. Il biologico, la difesa del paesaggio, l’inserimento dei giovani in un’agricoltura qualificata danno un’enorme possibilità di crescita. Ci siamo affannati a generare la politica delle macchine ma poi ci siamo subito stancati. Perché altri erano più bravi di noi. Avevamo una grande esperienza ed una grande qualità, ma l’abbiamo abbandonata per gli interessi di poche persone o di due o tre famiglie. Combatto questo modo e metodo di procedere. Combatto tutti questi strapoteri dei grossi gruppi alimentari.

Ricordiamoci che mangiare male costa alla collettività 30 milioni l’anno. Ma mangiar bene non significa andare a comprare cose strane e costose. Mangiare bene significa privilegiare la qualità e la semplicità. Teniamo presente che è cambiata anche l’alimentazione degli animali. Invece io faccio biologico da sempre.

Domanda: Il cibo allora secondo te cosa è?

Risposta: Il cibo quello mediterraneo è il cibo della luce e dei colori. Nei miei piatti ci sono sempre cinque o sei colori vivi . Mai colori tristi. Io sono il figlio del sole, dell’azzurro, della profondità del mare, della natura. Io amo il Marocco, la Cina, perché certamente se andassi ad Oslo sarei triste, con tutto il rispetto per i norvegesi!

Domanda: Dunque costruire un piatto le dà sempre emozione? Come la prima volta?

Risposta: Ho poche regole in cucina. Nulla è vietato. Si può fare di tutto.

Domanda: Sei favorevole alla contaminazione di altre culture?

Risposta: Contaminazione ambientale o contaminazione di un Paese o di un luogo sì. Certamente la cucina di Macao non è quella di Marrakech, tantomeno di Dubai o quella di Sant’Agata. Ci sono delle piccole appendici e aggiustamenti che si fanno per rispettare i popoli che ti ospitano perché lo ritengo opportuno. Essere drastici secondo me è sbagliatissimo. Bisogna capire quello che piace. Quarant’anni di esperienza in tutto il mondo cosa mi dicono: sono stato nelle case più importanti del mondo, nelle famiglie reali più importanti, poi alla fine… perché ottieni questi risultati? Perché ho generato emozioni, ho alimentato sensazioni. Ho visto nei visi delle persone un pò di felicità.

Domanda: A quale piatto non rinuncerebbe mai?

Risposta: Le lumache. Sono ghiotto di lumache!

Domanda: Il dolce a cui non rinuncerebbe mai?

Risposta: I cannoli siciliani e la pastiera….

Domanda: … E perché mai?

Risposta: Perché mi piacciono e mi esaltano. È il massimo che posso ottenere dal dolce. Poi amo la frutta. La grande qualità della frutta. Purtroppo gli italiani mangiano la frutta del supermercato che non è più frutta. È sterile, senza sapore.

Domanda: Se volesse dire “Ti voglio bene” ad un figlio, con quale piatto lo direbbe?

Risposta: Ecco, forse con la pizza. Perché è l’insieme della semplicità, del gusto, della qualità, dell’impegno manuale dell’artigiano. L’artigiano opera con la manualità di una madre.

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