Granchio blu, il "killer" americano che sta invadendo l'Italia - InformaCibo

Granchio blu, il “killer” americano che sta invadendo l’Italia

Il cambiamento climatico favorisce la diffusione di questa specie invasiva, che sta causando danni all'ecosistema e all'economia

di Alessandra Favaro

Ultima Modifica: 23/08/2023

È stato uno dei tormentoni enogastronomici dell’estate, assieme a toast divisi a metà e sovrapprezzi: il granchio blu, noto anche come granchio blu dell’Atlantico, è diventato un argomento di grande interesse in Italia negli ultimi anni e soprattutto nelle ultime settimane.  Originario delle coste atlantiche americane, questo crostaceo ha fatto la sua comparsa sulle coste italiane, causando preoccupazioni sia dal punto di vista ecologico che economico.

Il cambiamento climatico incide in modo significativo sull’arrivo del granchio blu in Italia, perché sta causando un aumento delle temperature del Mar Mediterraneo, sia in superficie che in profondità. Ciò ha reso le acque del Mediterraneo più ospitali per il granchio blu, che è in grado di sopravvivere in un ampio range di temperature. Inoltre, il cambiamento climatico sta provocando un aumento del livello del mare, che sta allagando zone costiere che in precedenza erano paludose o salmastre. Queste zone sono un ambiente ideale per questo granchio, che può trovare cibo e riparo in abbondanza.

Ma di che cosa si tratta?

Il granchio blu in Italia: un intruso nell’ecosistema

Il granchio blu,  scientificamente Callinectes sapidus, non è una specie autoctona delle acque italiane ma è una specie originaria delle coste atlantiche del Nord America. Negli ultimi decenni si è diffuso in tutto il mondo, anche nel Mar Mediterraneo. Questo fenomeno è dovuto a una serie di fattori, tra cui il riscaldamento globale, che sta rendendo le acque del Mediterraneo più calde e ospitali per questa specie È stato introdotto in Italia attraverso le acque di zavorra delle navi e la sua presenza sulle coste italiane è notevolmente aumentata, diventando motivo di preoccupazione non solo per l’ambiente ma anche per l’economia locale. La riproduzione incontrollata di questi granchi sta danneggiando gli allevamenti di molluschi e altre specie marine che sono prede abituali del granchio blu. Le loro chele fortissime sono in grado di spaccare non solo molluschi e distruggere diversi tipi di esseri viventi marini, ma anche di distruggere persino le reti.

Impatto sull’ecosistema e sull’economia

La presenza massiccia del granchio blu sta causando seri problemi all’ecosistema marino italiano. Questi granchi sono molto aggressivi e hanno un tasso di riproduzione molto alto. La loro presenza sta portando al collasso di numerose attività economiche, in particolare quelle legate all’acquacoltura. Gli allevatori di molluschi, come vongole, cozze e ostriche, hanno denunciato danni significativi a causa della presenza di questi granchi.

Proposte per arginare il fenomeno

L’Italia sta adottando una serie di misure per arginare la diffusione del granchio blu. Queste misure includono:

  • Monitoraggio: il Ministero della Transizione Ecologica ha lanciato un progetto di monitoraggio del granchio blu in collaborazione con le università, gli enti di ricerca e le associazioni di pescatori. Il progetto prevede la raccolta di dati sulla diffusione di questa specie aliena, sulle sue abitudini alimentari e sulla sua interazione con le altre specie marine.
  • Rimozione: il governo italiano ha stanziato 2,9 milioni di euro per finanziare la rimozione del granchio blu dalle aree in cui è presente. Questa rimozione avviene attraverso la pesca, la raccolta a mano e l’utilizzo di trappole, finanziando appunto associazioni di pescatori che se ne occupano.
  • Educazione: si stanno promuovendo campagne di sensibilizzazione per informare la popolazione sui rischi dell’invasione del granchio blu. Queste campagne mirano a far conoscere le caratteristiche della specie e i danni che può causare.

Inoltre, il governo italiano sta lavorando con gli altri paesi del Mediterraneo per coordinare le azioni di contrasto all’invasione del granchio blu.

Alcune delle misure che potrebbero essere adottate in futuro includono:

  • Sviluppo di tecniche di controllo biologico: il granchio blu ha predatori naturali, come i pesci predatori e gli uccelli marini. Lo sviluppo di tecniche di controllo biologico potrebbe aiutare a ridurre la popolazione di granchi blu.
  • Riduzione dell’inquinamento: l’inquinamento delle acque marine può favorire la diffusione delle specie aliene. La riduzione dell’inquinamento potrebbe aiutare a limitare la diffusione.

La lotta all’invasione del granchio blu è una sfida complessa, ma è importante adottare misure urgenti per evitare che questa specie danneggi ulteriormente l’ambiente e l’economia.

Mangiare il granchio blu

Alcuni stanno spingendo anche il suo consumo a tavola,  promuovendo la sua pesca come soluzione al problema. D’altronde, il suo stesso nome scientifico, Callinectes Sapidus, indica anche la bontà e sapidità delle carni di questo granchio.

Pensare però che basti inserirlo nei menu per arginare il problema è un po’ troppo semplicistico. Il rischio inoltre è che potrebbe essere in futuro visto, anziché come una specie da rimuovere, come una risorsa, e quindi veder incoraggiare il suo sviluppo o costringere comunità di pescatori a dipendere da questa risorsa (accadde qualcosa di simile in Messico con il pesce scorpione).

Senza dubbio, spingere la pesca e il consumo alimentare del  granchio blu può aiutare a controllare la sua popolazione e ridurre il suo impatto sull’ecosistema al momento, anche se non è la soluzione.
La pesca e la vendita del granchio blu possono diventare una nuova fonte di reddito per gli pescatori italiani, ma bisogna evitare il rischio che dipendano da questa fonte economica. È essenziale inoltre assicurarsi che i granchi blu siano pescati in acque pulite per evitare problemi di salute.

Foto di Milada Vigerova

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L'Autore

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