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La Bit 2013 va in archivio

di Informacibo

Ultima Modifica: 19/02/2013

Milano 19 febbraio 2013. La Borsa Internazionale del Turismo, il tradizionale appuntamento con l’industria dei viaggi, inaugurato giovedì scorso scorso da Piero Gnudi, Ministro del Turismo, ha chiuso domenica i battenti in un clima decisamente non ottimista.

Mentre il prossimo appuntamento BIT è già stato fissato,  dal 13 al 16 febbraio 2014, vale la pena fare un piccolo commento sulla edizione appena archiviata. 

La crisi del turismo è venuto apertamente a galla in questa edizione di Bit e basta citare un dato per averne una conferma: se l’economia del comparto nel 2011 valeva 136 miliardi secondo il Wttc, il 2012 ha chiuso con una perdita di 3 miliardi. Cifre che parlano chiaro e che ci fanno dire che la ripresa, se va bene, è rinviata alla primavera del 2013.

Una Bit sotto tono che tutti i giornali hanno rimarcato e che ha portato il quotidiano l’Avvenire a dare un quadro drastico con queste parole: “Nel capoluogo lombardo c’è il mondo in vetrina. Ma è un mondo sempre più piccolo. Con meno Paesi. Con meno pezzi d’Italia. È la brutta copia di edizioni di grande vitalità e visibilità, grandezza e “sfarzo”, che portavano in fiera davvero il mondo (l’articolo completo prosegue   sotto questo pezzo).

E’ mancata anche una marcata visibilità dell’Expo che a grandi passi avvicina Milano e l’Italia all’appuntamento del 2015.

Consoliamoci con la “Presentazione Piano Strategico per lo Sviluppo del Turismo “Italia 2020”, che sta avviando i primi passi, ma il richiamo all’Expo ce l’aspettavamo più forte.

Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e il ministro al Turismo Piero Gnudi, intervenuti all’inaugurazione della manifestazione, hanno parlato dell’Expo.

Il primo cittadino milanese, ha ricordato come la macchina organizzativa sia già proiettata verso il traguardo dell’Expo 2015:  «Milano è una città entusiasta ed operosa, che sta preparando per il 2015 una esposizione universale di livello straordinario su temi chiave come l’alimentazione, il cibo, la sostenibilità della crescita globale». 

Il responsabile per gli Affari regionali, il turismo e lo sport ha centrato sull’esposizione universale il proprio intervento, a partire dall’eloquente passaggio per cui «Expo 2015 è domani e sarà una straordinaria occasione per promuovere il turismo italiano nel mondo, ma bisogna pensarci già adesso». Gnudi ha poi sottolineato come sia necessario sviluppare un’offerta capace di attirare visitatori verso Milano e quindi in tutto il Paese. In fretta, però. Perché «non dobbiamo perdere un evento che non avremo occasioni di riavere presto».

Un intervento che non ha certo nell’aspetto politico la sua rilevanza maggiore, considerato che il governo di cui Gnudi è rappresentante tra meno di una settimana non ci sarà più.

Ma che è servito comunque a offrire un assist agli organizzatori dell’Expo, che durante la Bit aveva un compito preciso: coinvolgere gli operatori turistici italiani e stranieri, convincendoli a diventare rivenditori autorizzati per conto dell’esposizione universale. Proprio per questo, sempre durante la manifestazione, il direttore generale Sales & Marketing Giovanni Sacripante ha incontrato i tour operator presenti alla Borsa. 

 

La Cina Paese ospite

Paese Ospite dell’edizione 2013, la 33esima, è stata la Cina, diventata nel 2010 la terza destinazione turistica del pianeta, con circa 56 milioni di presenze e una crescita media del +9% (dati UNWTO). La Grande Muraglia, l’Esercito di Terracotta di Xi’an e la Città Proibita di Pechino sono solo alcune delle meraviglie che ogni anno attraggono molte migliaia di visitatori stranieri (le presenze italiane in Cina nel 2011 hanno raggiunto quota 240mila). 

Numeri significativi anche quelli dei turisti cinesi in Europa e in particolare in Italia: nel 2011 i viaggiatori cinesi in Italia sono aumentati del +130% per un totale di oltre 230 mila visti rilasciati dalla nostra ambasciata. 

Ecco l’amaro commento apparso sul quotidiano L’Avvenire

“La Borsa internazionale del turismo – che si è aperta giovedì a Milano e fino a domani (dalle 9,30 alle 18,30) animerà il polo fieristico di Rho – accusa il colpo della crisi. Nel capoluogo lombardo c’è il mondo in vetrina. Ma è un mondo sempre più piccolo. Con meno Paesi. Con meno pezzi d’Italia. È la brutta copia di edizioni di grande vitalità e visibilità, grandezza e “sfarzo”, che portavano in fiera davvero il mondo. La Bit di Milano era un appuntamento imperdibile. Se volevi fare promozione, non potevi non esserci. E lo stesso per il viaggiatore curioso, desideroso di cercare novità e suggestioni. Da qualche anno, la marcia indietro: «È la crisi, bellezza». Con una riduzione di presenze e di spazi troppo lampante per passare inosservata. Dai 120 Paesi e dai già esigui sei padiglioni dello scorso anno, oggi la Bit si presenta con 100 Paesi e appena quattro aree: due padiglioni per l’Italia e due per il World. Il mondo… in miniatura. Mentre il turismo internazionale cresce, nonostante la crisi: secondo il più recente rapporto dell’Unwto nel 2012 gli arrivi internazionali a livello globale sono aumentati del 4%, superando la soglia-simbolo del miliardo. Con le economie emergenti in particolare fermento. Anche sul fronte della spesa: con il balzo di nuovi mercati outgoing come la Cina (+30%) e la Russia (+15%).

E l’Italia? Il nostro Paese arranca.
 Nel sistema turistico dei viaggiatori 3.0 rimane piuttosto statico. Il “declino” della Bit è un po’ lo specchio del declino turistico dell’Italia. Non più meta preferita dai viaggiatori globali nonostante resti uno straordinario polo d’attrazione per gli stranieri. Anzi è proprio la tenuta dei flussi esteri (+1%) di pernottamenti e +4% della spesa, a compensare il calo dei flussi interni, mai così bassi. Secondo l’Istat nel 2012 i viaggi con pernottamento effettuati in Italia e all’estero dagli italiani sono stati 78 milioni e 703mila. Rispetto all’anno precedente la riduzione è stata del 5,7%, che conferma la tendenza negativa cominciata nel 2009. Nel 2012 – è la fotografia di Federalberghi – si sono persi 7 milioni di pernottamenti nelle strutture ricettive italiane, conseguenti a un calo di presenze turistiche del 2,5%. Il settore ha perso 3 miliardi di giro d’affari e i fatturati sono calati del 10%.

Numeri drammatici che meritano uno scatto generale. E a questo mira il Piano Strategico 2020 per lo Sviluppo del Turismo in Italia presentato proprio all’inaugurazione della Bit dal ministro Piero Gnudi. Gli obiettivi sono ambiziosi: trenta miliardi di incremento del Pil (dai 134 miliardi del 2010 ai 164 nel 2020) per il quale il settore vale il 9%, 500 mila nuovi posti di lavoro in un settore che vale più o meno il 10% dell’intera occupazione in Italia. Un risultato da ottenere ridando la leadership all’Italia del settore turistico e una «irripetibile opportunità al Sud Italia per agganciarsi alla crescita del Paese». Sebbene il ministro denuncia: «Il turismo non è certamente uno degli argomenti che trovano rilevanza in questa campagna elettorale».

L’entusiasmo, per fortuna, non manca in fiera, con operatori appassionati che credono nella bellezza e la grandezza del patrimonio italiano. È questo che fa ben sperare. E forse anche per la Bit si potranno aprire spazi nuovi. «Bit è una piattaforma relazionale di grande importanza», evidenzia Michele Perini, presidente della Fiera di Milano. «Il turismo, che può contare sulla bellezza dei nostri territori, il formidabile patrimonio di storia, cultura e spiritualità di cui disponiamo – ha aggiunto – rappresenta il petrolio dell’Italia e una parte rilevante, ma ancora lontana da ciò che potrebbe essere, della nostra economia». Basta cambiare format. E politiche. Poi il mondo tornerà a essere grande. Anche per noi italiani”. 


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