Olio Garda Dop chiede lo stato di calamità. Produzione crollata - InformaCibo

Olio Garda Dop chiede lo stato di calamità. Produzione crollata

I cambiamenti climatici mettono in ginocchio il consorzio: produzioni diminuite del 95%. Annata nera per la denominazione d'origine protetta

di Alessandra Favaro

Ultima Modifica: 21/10/2019

E’ un grido d’allarme quello che lancia il consorzio dell’Olio Garda Dop.  La stagione olivicola del 2019 si prospetta molto dura: è stato stimato un calo di produzione che oscilla tra il 90 e il 95%. Il dato definitivo si avrà solo a fine novembre, quando terminerà la raccolta delle olive, ma la perdita produttiva ed economica è evidente già oggi. Data la situazione, il Consorzio si è attivato per richiedere lo stato di calamità naturale ai presidenti delle Regioni Veneto e Lombardia e al presidente della Provincia Autonoma di Trento per attivare adeguati strumenti di rimborso o di indennizzo per le imprese della filiera coinvolte.

Il consorzio riunisce 474 soci tra produttori e operatori della filiera di tre regioni, Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto e quattro province Brescia, Mantova, Trento e Verona, con il fine di attuare un adeguato programma di controlli volti a garantire l’origine dell’olio Extra Vergine di Oliva Garda DOP.

Le cause dell’annata negativa sono da ricercare nei cambiamenti climatici in atto: il freddo di maggio e il caldo intenso di giugno, seguiti da venti forti e grandine, non hanno lasciato scampo agli oliveti, che quest’anno hanno prodotto pochi frutti.

“In questa difficile situazione – commenta Laura Turri, presidente del consorzio – abbiamo richiesto alle autorità di controllo delle ulteriori verifiche per garantire la tutela del marchio Garda DOP. Per affrontare il cambiamento climatico e il futuro della olivicoltura del Garda, inoltre, è necessario mettere in atto un’attività di studio che coinvolga tutti i centri di ricerca, identificando le cause di quanto accaduto e individuando i rimedi atti a risolvere o mitigare i fenomeni avversi, nel caso in cui situazioni simili a quelle verificate quest’anno dovessero ripetersi. Ora è necessario unire le forze con altri enti per far sì che si prendano in considerazione misure adeguate per far fronte a quest’annata difficile. Gli olivicoltori  che con la loro attività contribuiscono al mantenimento del paesaggio gardesano, così importante per il turismo dell’area e così famoso all’estero, si troveranno nella situazione di aver sostenuto tutte le spese per la coltivazione senza alcuna remunerazione per la vendita del raccolto. È compito del Consorzio dunque far sentire nelle sedi competenti la voce dei 474 soci che ne fanno parte”.

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