Spreco alimentare: in Toscana nasce un protocollo per ridurlo - InformaCibo

Spreco alimentare: in Toscana nasce un protocollo per ridurlo

“LIFE-Food.Waste.StandUp”, il primo progetto di filiera finalizzato alla lotta allo spreco e all’aumento delle donazioni alimentari a chi ha bisogno 

di Alessandra Favaro

Ultima Modifica: 22/06/2018

In Toscana, secondo elaborazioni di Federdistribuzione,  lo spreco alimentare è attorno alle 388 mila tonnellate, per il 45% attribuite alle famiglie e il resto agli operatori economici, con l’agricoltura responsabile per il 34%, il 14% a carico della distribuzione, il 5% da attribuire alla ristorazione e il 2% all’industria.

Per arginare il fenomeno è  stato illustrato oggi in Regione Toscana “LIFE-Food.Waste.StandUp”, il primo progetto di filiera finalizzato alla lotta allo spreco e all’aumento delle donazioni alimentari a enti caritativi e persone bisognose.

Coordinato da Federalimentare in partenariato con Federdistribuzione, Fondazione Banco Alimentare Onlus e Unione Nazionale Consumatori, è co-finanziato dalla Commissione Europea  e consiste in una campagna di comunicazione e sensibilizzazione, rivolta a tutta la filiera: partendo dall’industria, passando per la distribuzione e arrivando ai consumatori.

Su iniziativa di Federdistribuzione, è stato sottoscritto un protocollo d’intesa con la Regione e Anci, siglato dai partner di LIFE-Food.Waste.Stand.Up, per sviluppare attività che facilitino le aziende sul territorio a effettuare donazioni di prodotti alimentari in favore delle persone indigenti. E’ previsto anche il coinvolgimento delle Amministrazioni locali da parte della Regione e degli associati da parte di Anci.

In Italia, secondo i dati del Politecnico di Milano, ogni anno vengono prodotte circa 5,6 milioni
di tonnellate di eccedenze alimentari; di queste solo l’8,6% è recuperato attraverso donazioni
alle persone bisognose mentre il resto diventa spreco: 12,6 miliardi di euro.

 

Spesa per tutti

“La crisi economica ha impoverito molte famiglie, mettendole in difficoltà anche per l’acquisto
di cibo – è il commento dell’assessore Stefania Saccardi – Per combattere questo fenomeno,
Regione Toscana ha già attuato dal 2015 un programma di interventi assieme alla Caritas e
all’Associazione Banco Alimentare della Toscana, e un nuovo piano di interventi di contrasto
alla povertà alimentare è in corso di definizione per il 2018-2020. Inoltre, sempre con Caritas e
Banco alimentare, e i soggetti della grande distribuzione, abbiamo realizzato il progetto “Spesa
per tutti”.

Lavoro di squadra

“Tutti i soggetti coinvolti in questa iniziativa, che peraltro prosegue e rafforza quelle già in atto
da vari anni – chiarisce l’assessore Stefano Ciuoffo – sono chiamati ad agire, nell’ambito delle
rispettive competenze, per creare un circolo virtuoso che consente di soddisfare anzitutto un bisogno primario di tante famiglie in difficoltà. E successivamente di incidere in modo positivo
sugli sprechi alimentari, sul riciclo dei materiali e su un complessivo, e potenzialmente
importante, beneficio sociale collettivo. Fare squadra e agire in modo coordinato in ogni fase
della catena permetterà di ottimizzare gli sforzi”.

Un problema di filiera

“Quello delle perdite e degli sprechi alimentari – ha detto Federica Fratoni – è un problema che
interessa l’ intera filiera, dalla produzione al consumo, e che genera impatti ambientali ed
economici negativi, sollevando anche questioni di carattere sociale. Non solo, lo spreco
alimentare ha serie ripercussioni anche sui cambiamenti climatici, basti pensare alla
dispersione delle risorse idriche ed energetiche. Progetti come il LiFe.Food-Waste-StandUp sono importanti per promuovere la conoscenza e la sensibilizzare verso la lotta allo spreco e il contrasto alla povertà sociale, anche attraverso interventi di recupero e redistribuzione delle eccedenze alimentari”.

Il ruolo fondamentale dei Comuni

“Oggi, insieme alla Regione, all’Anci e agli altri partner del progetto LIFE – afferma Claudio
Gradara, Presidente di Federdistribuzione – abbiamo voluto proporre un momento di riflessione
comune, coinvolgendo i Comuni, le Aziende della Produzione e della Distribuzione, Enti
Caritativi e Università, per condividere best practices ed esperienze, al fine di avviare iniziative
che possano condurre ad un effettivo incremento delle donazioni. La filiera economica ha
abbracciato un principio etico con grande impegno e responsabilità e, attraverso la
collaborazione con gli enti locali, possiamo effettivamente raggiungere risultati importanti in
termini di riduzione dello spreco alimentare.

Un ruolo fondamentale da questo punto di
vista è infatti svolto dai Comuni: se aumentano le donazioni diminuiscono i rifiuti e i
relativi costi che la comunità deve sostenere per il loro smaltimento.

Sarebbe auspicabile che almeno una parte di questo risparmio venisse convertito
in premialità per chi dona, ad esempio diminuendo la TARI per i soggetti che attivano
questo percorso virtuoso. Si riuscirebbe in questo modo a dare piena applicazione alla
Legge Gadda e si innescherebbe un forte impulso a donare di più”.

Lo spreco in Italia

“I numeri dello spreco in Italia sono impressionanti – Continua Gradara – Ogni anno
buttiamo via l’equivalente del 15,4% dei consumi alimentari degli Italiani, una
quantità di cibo che sarebbe sufficiente a nutrire tutte le famiglie ancora in
condizione di povertà nel nostro Paese. Al tempo stesso le donazioni a enti caritativi
rappresentano meno del 9% delle eccedenze alimentari che l’intera filiera produce.
Da anni le imprese distributive sono impegnate nel ridurre le eccedenze e nell’implementare
programmi per un loro recupero, ma è evidente che si può fare di più. Per questo siamo
orgogliosi di partecipare a un progetto come quello presentato oggi”.

La legge contro lo spreco alimentare

“La legge “antisprechi” – commenta l’onorevole Maria Chiara Gadda, firmataria della legge- rende possibile recuperare le eccedenze e dare nuovo valore al cibo.

Con le novità introdotte in legge di bilancio 2018 sono certa che ci sarà un ulteriore slancio alle donazioni di alimenti, ma anche di altri prodotti comei farmaci, la cancelleria, i prodotti per la cura della persona e della casa.

Ciò dimostra quanto ci fosse davvero bisogno di una norma nazionale. In questo contesto, il ruolo attivo di Regioni come la Toscana, contribuisce a rafforzarne l’impatto sul territorio. Sprecare non ha senso, mentre recuperare è un bene per tutti. Lo sanno bene Federdistribuzione, Banco Alimentare, Federalimentare e Unione Nazionale Consumatori, che grazie alla spinta positiva offerta dalla
legge 166 del 2016, hanno creato un progetto come Life-Food.Waste.StandUp che unisce solidarietà e innovazione. Quando una legge cammina sulle scelte di chi sa guardare alle persone più fragili e ai loro bisogni, allora diventa patrimonio culturale della intera collettività”.

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L'Autore

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