Una riflessione sulla giornata del Premio Internazionale Verde Ambiente - InformaCibo

Una riflessione sulla giornata del Premio Internazionale Verde Ambiente

di Informacibo

Ultima Modifica: 04/11/2016

Ogni anno, dopo la cerimonia di consegna dei premi Verde Ambiente, quello che rimane, oltre la naturale stanchezza, è l'emozione e la consapevolezza di aver incontrato persone che da quel momento cambieranno il modo in cui percepisci il mondo in cui vivi. Ogni anno, cerchiamo di premiare chi, secondo criteri il più possibile oggettivi, ha lasciato un segno evidente dell'importanza dei temi che sta trattando: l'ambiente, la legalità, la storia.
 
Quest'anno per me forse è stato l'anno più importante e significativo: la condivisione dei nomi, la ricerca delle informazioni, il lavoro di confronto e infine il sì alla partecipazione di persone che, a mio avviso, hanno davvero restituito un'immagine dell'Italia diversa, rispetto a quella che spesso siamo portati a considerare. L'immagine di un popolo che combatte e che non si arrende di fronte a "niente" e "nessuno", pure se il "Niente" sono le intimidazioni personali e le minacce di morte e "Nessuno" è la Camorra.
La presenza di Catello Maresca, magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e quella di Cesare Sirignano, magistrato della Direzione Nazionale Antimafia ne è stata la testimonianza più evidente. In piedi, tra noi, senza farsi fermare da Niente e da Nessuno.
Con loro Ciro Corona, un altro grande uomo, un "eroe" anche lui, come l'ha definito il nostro Presidente, perché gli eroi vanno riconosciuti da vivi, non solo quando muoiono, aggiungo io. Ciro è il presidente di una cooperativa sociale nata a Scampia, la (R)Esistenza, che si occupa dei "ragazzi a rischio" del quartiere, quelli che la camorra usa come "manovalanza", pagandoli bene, perché nel disagio un No è difficile da dire e quando lo Stato è assente, è difficile pure capire che possano esserci delle alternative a quella che si percepisce quasi come la propria normalità.
 
A Sorrento c'era l'Italia che non volge la testa altrove davanti alle ingiustizie e all'illegalità, c'era l'Italia che non chiude gli occhi e non si tappa le orecchie di fronte al grido di dolore di un territorio straziato: la voce di questo territorio era quella di Michele Boato, della giornalista Angela Caponnetto, di Gianni Tamino, di Maria Grazia Francescato, di Edoardo Salzano.
A Sorrento, c'era l'Italia della Ricerca e del Sapere, con il prof. Giorgio Budillon, impegnato in Antartide a comprendere il legame tra il cambiamento climatico e le alterazioni degli habitat oceanici, quella del prof. Luigi Piccioni e delle sue ricerche sul significato di tutela ambientale. C'era l'Italia del recupero delle tradizioni, della trasmissione della conoscenza di quelle materie prime atte a "creare" un prodotto che è simbolo di "famiglia": il pane. Un pane fatto con lievito madre perché, parafrasando il discorso dei proprietari del Panificio Cuti, il lievito madre non produce solo l'alimento ma tesse la rete della comunità passando di casa in casa, di mano in mano.

Infine, a Sorrento, c'è stato il riconoscimento verso uno Stato tanto piccolo quanto importante: la Repubblica di Slovenia. Uno dei Paesi europei più ricchi, per superficie, in termini di biodiversità. Un Paese la cui Capitale è stata indicata nel 2016 come la Capitale Verde d'Europa per essere riuscita a coniugare la tutela ambientale con lo sviluppo e l'efficienza dei servizi offerti al cittadino.

Insomma, lì, tra tutte quelle persone sedute o in piedi accanto a me, ho avuto come l'impressione di essere in un mondo più piccolo, migliore. Un mondo colmo di speranze realizzabili col sudore e la pratica quotidiana, con tutte le difficoltà del caso, gli ostacoli e il vento contro. Un mondo fatto di persone, là a dimostrarmi con la forza non solo dei loro discorsi ma piuttosto con quella del loro esempio, che ce la possiamo fare e che una goccia nel mare è il mare stesso.

Avanti così, nonostante tutto.

La cronaca della Premizione da "INformaCIBO by Saporie"

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Capo Redattore