Wafer Loacker: nuova ricetta con più vaniglia e nocciole

La svolta sostenibile di Loacker: più vaniglia e nocciole nei nuovi wafer

di Oriana Davini

Ultima Modifica: 01/07/2021

Un vero e proprio piano di rilancio che coinvolgerà tutta la filiera produttiva all’insegna della sostenibilità: così Loacker, azienda familiare di Bolzano produttrice degli iconici wafer fin dal 1925, annuncia una ricetta rinnovata, nuovi pack e un nuovo logo.

Il mercato del resto lo richiede vista la crescente attenzione alle tematiche ambientali e le grandi aziende alimentari si adeguano: è il caso di Mulino Bianco, che recentemente ha installato 300 mulini delle api nei suoi campi, così come dei lanci sempre più frequenti di nuove referenze green.

Ora anche Loacker ha deciso di prestare più attenzione alla qualità delle materie prime, lanciando in contemporanea anche una campagna di comunicazione dal claim “Più che buono”.

La nuova ricetta

 

Che i wafer Loacker abbiano fatto la felicità di intere generazioni è fuor di dubbio: da oggi però lo fanno con qualche attenzione in più.

La crema di vaniglia sarà infatti realizzata con il 50% in più di bacche di vaniglia Bourbon, quella alle nocciole vedrà aumentare del 10% la presenza di nocciole italiane mentre crema al latte e cioccolato al latte saranno preparati usando esclusivamente latte 100% alpino privo di Ogm.

Diminuisce la quantità di zucchero utilizzato e vige l’assenza assoluta di Ogm all’interno di tuti i prodotti Loacker, così come di aromi, coloranti, conservanti e grassi idrogenati. 

Tracciabilità e sostenibilità

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Di pari passo vanno anche i nuovi progetti all’insegna della sostenibilità e della tracciabilità della filiera, per garantire ai consumatori il rispetto di standard di equità a livello sociale.

Dal progetto Noccioleti Italiani, lanciato nel 2014 con Intesa Sanpaolo per sviluppare una filiera per la coltivazione di nocciole 100% Made in Italy (che oggi riguarda sei regioni del Nord e Centro Italia oltre alle due tenute Loacker di Corte Migliorina e Collelungo in Toscana), alla partnership nel 2019 con Brimi per avviare il primo stabilimento altoatesino per l’approvvigionamento di latte proveniente unicamente dalla regione alpina. E ancora il piano di supply chain dedicato alla coltivazione di bacche di vaniglia Bourbon in Madagascar in collaborazione con cooperative di agricoltori locali e l’impegno in un progetto di filiera sostenibile per il cacao, altro ingrediente protagonista di wafer e altri prodotti di pasticceria firmati Loacker.

Meno plastica nei nuovi pack

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Oltre alla ricetta, cambia anche il look dei pack dei wafer: i nuovi incarti hanno meno plastica e un nuovo logo che sintetizza i capisaldi aziendali, ovvero tradizione da un lato e legame con il territorio alpino dall’altro, dove all’ombra del Monte Sciliar c’è lo stabilimento Loacker di Auna di Sotto, a 1000 metri d’altezza (il secondo sito produttivo di Loacker è lo stabilimento di Heinfels, nel Tirolo austriaco).

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L'Autore

giornalista

Giornalista specializzata in turismo e itinerari enogastronomici