Dairy Summit: Grana Padano per la filiera sostenibile - InformaCibo

Dairy Summit: Grana Padano per la filiera sostenibile

Il Consorzio di Tutela indica gli obiettivi per il prossimo triennio: equilibrio produttivo, benessere animale e riduzione dell’impronta ambientale

di Alessandra Favaro

Ultima Modifica: 08/11/2021

Lavorare per definire la ricetta del latte sostenibile: un equilibrio tra economia, etica e ambiente, è un obiettivo strategico per l’Italia.

Il Belpaese ha una produzione di materia prima tra le prime al mondo per controlli e qualità, e dal latte italiano ricava formaggi DOP che la vedono leader globale, come il Grana Padano, con oltre 5,2 milioni di forme prodotte nel 2020.

 

Una filiera del latte sostenibile sarà il tema del Dairy Summit 2021 di mercoledì 10 novembre alla Fiera di Verona e con collegamento in live streaming che vedrà protagonisti dei vari dibattiti tra gli altri i ministri delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli e della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, il governatore del Veneto Luca Zaia, i presidenti di Coldiretti e Confagricoltura Ettore Prandini e Massimiliano Giansanti, con le conclusioni affidate a Paolo De Castro, europarlamentare, coordinatore del Gruppo S&D della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo.

Ad attendere le indicazioni del summit, dove porterà anche una nota di gusto con il Riserva distribuito in un corner, sarà il Consorzio Tutela Grana Padano, alla vigilia dell’assemblea generale dove saranno consolidati i tre punti forti della sostenibilità complessiva della filiera, la nuova prospettiva che i produttori intendono darsi.

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“Abbiamo confermato nel periodo della pandemia la sostenibilità economica della filiera con una produzione tenuta in equilibrio con la domanda grazie al Piano Produttivo triennale, che proprio il Consorzio Tutela Grana Padano inventò nel 2004 per affrontare una grande crisi e che, per la sua efficacia, è divenuto strumento di orientamento della produzione con la fine delle quote latte – sottolinea il Direttore Generale del Consorzio di Tutela, Stefano Berni – Le risorse raccolte con la contribuzione differenziata cardine di questa strategia sono spese per scopi promo-pubblicitari in modo da far crescere le vendite di Grana Padano. Oggi il Consorzio di tutela sta lavorando alla definizione del Piano produttivo 2022-2024 che avrà l’obiettivo di incrementare ulteriormente il tasso storico di crescita dei consumi”.

Fondamentale è poi la sostenibilità etica, che per il Consorzio Grana Padano significa soprattutto benessere animale, con la filiera da tre anni impegnata in un percorso verso la valutazione annuale obbligatoria del livello di benessere di tutte le 4mila stalle del sistema Grana Padano.

 

“Stiamo lavorando a favore del benessere animale con grande partecipazione di tutto il nostro sistema – spiega il Presidente del Consorzio di Tutela, Renato Zaghini -. Questa attività è stata svolta nell’attesa che vengano emanati i decreti attuativi del Sistema di qualità nazionale del benessere secondo lo schema Classyfarm del ministero della Salute. Siamo pronti a aderire a questo sistema ufficiale per misurare il benessere animale in modo oggettivo e definito, individuando criteri finalizzati alla cura, allo stato di salute, alla libertà di movimento, all’accesso al cibo e all’acqua. Diventerà un obbligo anche per la filiera del Grana Padano e sarà pertanto inserito nel Disciplinare di produzione e nel piano dei controlli”.

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Infine, il Consorzio Grana Padano continua ad investire sul fronte della sostenibilità ambientale per migliorare l’efficienza dei sistemi produttivi partendo dall’analisi del loro impatto sui territori, comprese le fasi di consumo e gestione dei rifiuti.

L’obiettivo è quello di mettere a punto tecniche più sostenibili, avviato con le prime ricerche finanziate nel 2007 e che oggi vede l’attività più significativa nel progetto LIFE TTGG – The tough get going (“I duri cominciano a giocare”), risultato di un’importante collaborazione tra università, start up, aziende produttrici, organismi di formazione e di ricerca italiani e francesi.

Il progetto si concluderà con lo sviluppo di un software in grado di valutare l’impronta ambientale dei prodotti e di suggerire l’adozione di soluzioni per ottimizzare le performance di tutto il ciclo produttivo, diventando un modello anche per altri consorzi europei di formaggi Dop.

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