
DOP: che cosa significa ?
Significato, legislazione, vantaggi e caratteristiche del marchio di Denominazione d'Origine Protetta
di Alessandra Favaro
Ultima Modifica: 16/10/2018
Lo vediamo spesso come marchio in prodotti tipici di vario tipo. Che cosa significa DOP? E’ acronimo di Denominazione di Origine Protetta. È la sigla più conosciuta e utilizzata quando si parla di prodotti tipici, ed è ufficialmente riconosciuta e condivisa a livello europeo. Conta più di 400 vini e 160 prodotti italiani registrati, fra cui particolarità come l’aceto balsamico tradizionale di Modena, il Castelmagno, il miele varesino e moltissimi altri prodotti del territorio.
Contraddistingue sia alimenti ma anche vini le cui caratteristiche si legano a un determinato ambiente geografico e alle sue tradizioni (scopri qui il dizionario dei prodotti Dop e Igp) . Per questo il sigillo Dop è assegnato solo a specialità alimentari prodotte e lavorate in aree precise e i prodotti che ricevono il marchio devono rispettare un determinato disciplinare di produzione che descrive storia, territorio e lavorazione del prodotto.
Questi prodotti possono essere carni, formaggi, ma anche ortaggi,vini o salumi o prodotti come il miele. Sono caratterizzati da specifiche condizioni: la produzione delle materie prime e la loro trasformazione fino al prodotto finito devono avvenire nell’ambito della regione delimitata di cui il prodotto porta il nome; la qualità o le caratteristiche del prodotto devono potersi ricondurre all’ambiente geografico del luogo di origine, ad esempi fattori naturali e umani quali il clima, la qualità del suolo e le conoscenze tecniche locali.
Il marchio

Il marchio Dop significa insomma un prodotto tipico locale che rispetta un certo tipo di lavorazione ed avviene in un territorio ben preciso, a cui è legato da diversi fattori storici e tradizionali. E’ regolamentato dalla normativa europea, in particolare dal regolamento istitutivo del sistema di protezione delle denominazioni territoriali CEE 510/2006 – Protezione delle Indicazioni Geografiche e delle Denominazioni d’Origine dei prodotti agricoli e alimentari – Articolo 2, comma 2. Dove si legge:
“Ai fini del presente Regolamento si intende per:
a) denominazione d’origine: il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare – originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese e – la cui qualità o le cui caratteristiche siano dovute essenzialmente o esclusivamente all’ambiente geografico comprensivo dei fattori naturali ed umani e la cui produzione, trasformazione ed elaborazione avvengano nell’area geografica delimitata;”
Perché è importante
Il marchio Dop insomma contrassegna un prodotti agricolo alimentare le cui caratteristiche e la qualità sono derivanti esclusivamente dall’ambiente geografico in cui viene prodotto. E’ una garanzia per il consumatore che il prodotto in questione rispetti determinati iter e abbia precise caratteristiche contenute nel disciplinare, che è il regolamento che bisogna seguire e che riassume brevemente anche la storia del prodotto.
Anche la trasformazione di un prodotto Dop è locale: avviene esclusivamente nell’area delimitata dalla denominazinoe. L’intero ciclo di produzione quindi avviene nelle zone ideali per il prodotto, non riproducibili altrove.
Questo garantisce un’altra caratteristica importante: i prodotti Dop non sono riproducibili in altri luoghi, sono tipicità locali regolamentate e uniche, dove una filiera di produttori rispetta un regolamento e si sottopone a controlli di enti terzi per potersi fregiare del noto marchio
Ma attenzione: la Dop non è un semplice “premio” al prodotto ma una garanzia della qualità dell’alimento per il consumatore e una protezione delle tradizioni agricole alimentari. Ma come si ottiene la Dop? E come sono organizzati i produttori?
I consorzi
A lavorare per l’ottenimento della Dop, a valorizzare e tutelare i prodotti riconosciuti ci sono i consorzi di tutela e valorizzazione. Tra i loro compiti anche vigilare sull’osservanza del disciplinare produttivo fornendo tutta la regolamentazione relativa agli aspetti della produzione: le razze suine utilizzate, le tecniche di allevamento, i requisiti dei suini destinati alla lavorazione, la provenienza della materia prima, la delimitazione della zona geografica di produzione, i metodi e la durata della stagionatura, le caratteristiche qualitative del prodotto finito.
I consorzio organizzano anche iniziative per far conoscere il prodotto tipico ai consumatori, per diffondere e far conoscere il tuo utilizzo e le sue potenzialità in cucina. Ad esempio, il consorzio dei salumi piacentini Dop quest’anno ha realizzato il Progetto Salumante per “formare” i ristoratori piacentini su come “raccontare” i salumi.
I vantaggi di una Dop
Le Dop, possono essere uno strumento di differenziazione qualitativa per sfuggire alla concorrenza sul lato dei costi di produzione. Ma prima di decidere se richiedere o meno la denominazione di origine protetta è bene calcolare le forze in gioco e gli obiettivi in campo.Il marchio dovrebbe anche tutelare i prodotti autentici dalla concorrenza sleale.
La differenziazione delle produzioni basata sull’origine territoriale, tutelate e certificate da un marchio rientra tra le leve cui le imprese, i loro organismi associativi e le istituzioni pubbliche locali guardano per favorire la penetrazione su nuovi mercati e canali commerciali.
I consumatori d’altronde mostrano un interesse sempre maggiore verso i prodotti tipici, considerati in genere di migliore qualità, più genuini e salubri rispetto ai prodotti di identità sconosciuta; inoltre i consumatori sono interessati ad instaurare legami solidaristici con l’identità culturale dei territori che li esprimono;
Per il legame con il territorio di produzione, le Dop possono anche contribuire a favorire effetti positivi sulle dinamiche di sviluppo rurale, contribuendo a mantenere tradizioni e culture, sistemi sociali ed economici vitali, anche nelle aree svantaggiate.
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