Dall'hamburger carbon neutral al tonno plant based: Future Farm cresce

Dall’hamburger carbon neutral al tonno plant based: Future Farm cresce in Italia

di Oriana Davini

Ultima Modifica: 25/07/2022

Dall’hamburger carbon neutral, così realistico grazie al succo di barbabietola che ricrea al taglio l’effetto della carne vera, alle polpette, dal tonno al pollo: tutto rigorosamente plant based, cioè preparato esclusivamente con ingredienti vegetali, senza ogm e in ottica sostenibile.

Si fa spazio in Italia Future Farm, azienda nata in Brasile, “uno dei principali paesi esportatori di carne”, spiega Felipe Fontanelli, sales director Southern & Eastern Europe, ora presente con sei referenze in 30 Paesi del mondo tra i quali, dallo scorso ottobre, anche il nostro.

Leggi anche: Il cibo plant based conquista le famiglie italiane (non solo vegane)

Il plant based in Italia

hamburger-plant-based

Sono partite prima le grandi catene di fast food, poi ci ha pensato Poke House a lanciare una proposta a base di tonno vegano e intanto la gdo, così come le piattaforme di e-commerce, puntano sempre di più su questa nuova categoria merceologica, capace di attirare un target trasversale che dai vegani ai vegetariani arriva fino ai flexitariani, ai climatariani e a chi, semplicemente, vuole ridurre il consumo di carne senza per questo eliminarla del tutto dalla propria alimentazione.

“L’Italia è un mercato in crescita costante nel settore del plant based: rispetto ad altre nazioni, come il Regno Unito, ci ha messo un po’ più tempo ad approcciare questo tipo di prodotto ma da quando siamo entrati, otto mesi fa, vediamo un grande sviluppo nei canali in cui siamo presenti, dall’horeca alla gdo alle piattaforme e-commerce“.

Nel Sud Italia, per esempio, “abbiamo ricevuto un’accoglienza superiore alle aspettative, anche a livello horeca: evidentemente, dove c’è una cultura gastronomica molto legata alla carne, c’è anche una domanda nascosta”.

Insomma, il mercato tricolore è ancora lontano dall’essere maturo, anzi: “Ci sono sempre più marchi nuovi ed è positivo, perché la concorrenza fa bene”.

Leggi anche: Quanta Co2 si risparmia consumando hamburger vegani

I burger veg di Ham Holy Burger

future-farm-hamburger
Uno dei burger veg di Ham Holy Burger

I burger plant base di Future Farm sono serviti in diversi locali italiani, tra cui Ham Holy Burger, che in carta ha quattro proposte con i burger vegetali: tra questi c’è Paradiso Vegano, con bun artigianale vegano, burger vegetale Future Farm, battuto di pomodoro e coriandolo, julienne di insalata e maionese vegana.

Cosa vuol dire carbon neutral?

In Italia, Future Farm ha portato anche il suo prodotto di punta, il Future Burger: un hamburger non solo plant based ma anche completamente carbon neutral.

Il che significa “raggiungere l’equilibrio tra le emissioni prodotte e quelle assorbite dal pianeta”, spiega Cecilia Litta Modignani, commercial sustainability manager di ClimatePartner, società tedesca fondata nel 2006 per supportare le aziende nello sviluppo e monitoraggio di un percorso verso la neutralità carbonica.

La partnership con ClimatePartner

Un obiettivo quanto mai urgente, visto che l’Accordo di Parigi sul clima prevede di mantenere l’aumento globale di temperatura sotto i 2° limitando le emissioni. In che modo? Ci sono due strategie: riducendo le emissioni, lavorando ad esempio sul packaging, e compensando, mettendo quindi in pratica o sostenendo progetti di riforestazione.

Future Farm ha scelto di collaborare con ClimatePartner, facendo misurare l’impatto del Future Burger, “il nostro prodotto più apprezzato e richiesto” e compensandolo attraverso il supporto a un progetto certificato di protezione forestale nel comune di Portel, nel nord del Brasile.

Inoltre, ha scelto di estendere le misurazioni anche alle emissioni di altre linee di prodotto, in modo da arrivare entro la fine del 2022 a ridurre del 10% le emissioni dei burger.

Condividi L'Articolo

L'Autore

giornalista

Giornalista specializzata in turismo e itinerari enogastronomici