La pesca tradizionale del golfo di Selinunte è Presidio Slow Food

La pesca tradizionale del golfo di Selinunte è Presidio Slow Food

di Oriana Davini

Ultima Modifica: 03/07/2023

La pesca tradizionale del golfo di Selinunte è Presidio Slow Food. Arriva il riconoscimento per i pescatori di Marinella di Selinunte, nel trapanese, piccolo villaggio della Sicilia sud occidentale famoso per i suoi templi.

Grazie alle sue acque particolarmente ricche di pesci, nella seconda metà dell’800 a Marinella si stanziarono famiglie di pescatori provenienti da località come Cefalù, Porticello, Balestrate e Castellammare del Golfo.

La costa di Selinunte, infatti, alterna tratti sabbiosi e di scogli, con fondali che in breve tempo passano da 5 a 70 metri, ospitando una ricca fauna marina, a partire da tonni e sardine. 

“Questo Presidio Slow Food non tutela esclusivamente le sardine, che vivono abbondanti nelle acque di fronte a Marina di Selinunte, o altre specie ittiche – spiega Serafina Di Rosa, portavoce della Comunità Slow Food per la valorizzazione dell’Alto Belice e referente dei nove pescatori che aderiscono al disciplinare che ne regola l’attività -: tutela il modo di lavorare dei pescatori”.

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La pesca artigianale

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La pesca a Selinunte viene svolta ancora oggi in modo artigianale. Ciò significa che tutta l’attività viene portata avanti esattamente come si faceva un secolo e mezzo fa: non si pesca a strascico, il pesce non viene abbattuto e non viene conservato in frigorifero.

Le reti vengono calate a mano pulendole dalle alghe, tolte una per una sul molo e il pescato della notte viene venduto la mattina tramite un’asta aperta a tutti. “È un momento che in estate richiama molti turisti ma che i pescatori fanno indipendentemente dal fatto che i potenziali acquirenti siano tre o 300”. Perché così vuole la tradizione della pesca artigianale. 

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Il pesce di stagione

Il disciplinare del Presidio Slow Food parla chiaro e vieta la cattura di esemplari giovanili e fuori stagione. Già, perché anche il pesce ha un calendario stagionale da rispettare! Chi pesca in un certo modo lo sa bene: sbagliare razza e mese può incidere pesantemente sugli stock ittici disponibili. “Parlando di sardine, ad esempio, qui la cosiddetta neonata non si pesca”, aggiunge Serafina Di Rosa.

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La sardina è la regina di Selinunte: arriva nel Golfo di Selinunte intorno alla metà di marzo, ricorrenza che viene celebrata con la pasta a tianu di San Giuseppe, un timballo di bucatini, verdure primaverili e sardine fresche che prende il nome dalla festa di San Giuseppe del 19 marzo, e vi rimane fino a inizio settembre.

Oltre alle sardine, le acque di Selinunte sono ricche di sgombri in primavera, seppie in estate, dentici e mazzancolle in estate e autunno, a seguire spigola, sogliola, orata e lampuga. 

Eppure quello del pescatore rimane un mestiere duro e faticoso, soprattutto meno redditizio di un tempo perché le imbarcazioni sono piccole, le quantità di pescato poco abbondanti. Il rischio è quindi veder scomparire un modo di pescare più sostenibile di molti altri.

La collaborazione con FedEx

Ecco perché Slow Food ha deciso di tutelarlo creando il Presidio Slow Food della pesca tradizionale del Golfo di Selinunte, il primo nato grazie al sostegno di FedEx. A partire da gennaio 2023, infatti, Slow Food Italia ha attivato la sua rete lungo tutta la penisola, con l’obiettivo di istituire – nell’ambito di questa collaborazione – due Mercati della Terra e dieci Presìdi Slow Food in tutta Italia.

Slow Food Italia e FedEx hanno stretto un’alleanza basata su principi sui quali le due realtà si riconoscono: l’approccio basato sul rispetto dei diritti umani, il sostegno ai territori e alla piccola imprenditoria, lo sviluppo di reti locali.

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L'Autore

giornalista

Giornalista specializzata in turismo e itinerari enogastronomici