In Sardegna questo frutto "mostruoso" è un elisir. La pompia - InformaCibo

In Sardegna questo frutto “mostruoso” è un elisir. La pompia

Alla scoperta della Pompia di Siniscola, un cedro-non cedro dalle origini misteriose e protagonista di numerose ricette tradizionali

di Ines Roscio Pavia

Ultima Modifica: 18/01/2019

Un cedro-non cedro speciale, dal nome curioso: citrus mostruosa. Non gli sono mai state prodigate molte attenzioni,  trascurato da sempre, nasce e cresce spontaneamente nelle macchie di Siniscola in Sardegna, nell’Alta Baronia. Forse è arrivato fino a noi in quanto usato solo per alcuni dolci tradizionali.  Questo cedro proviene da un albero molto resistente, simile a quello dell’arancio,  ma dai rami spinosi, che si trova nella zona che va da Busoni a Orosei, un’area dove nei secoli sono state coltivate moltissime varietà di agrumi,  cedri, aranci e limoni. Gli agricoltori ne possedevano in passato qualche innocuo esemplare, però due di loro ne hanno iniziato la coltivazione e vendono la pompia alle pasticcerie e ai ristoranti dei dintorni per la produzione di dolci tradizionali. Piano piano sta riscuotendo interesse e Il Comune di Siniscola ha recentemente avviato un campo sperimentale di cinquecento alberi.  Dalla scorza della pompia si può estrarre un olio essenziale dalle proprietà antinfiammatorie, antibatteriche e antimicotiche.

Le origini della Pompia

Le origini di questo frutto giallo sono misteriose, potrebbe assomigliare al cedro, ma non ne possiede completamente le caratteristiche. Si direbbe il risultato  di qualche esperimento di biogenetica naturale non ben riuscito, una specie di ibrido naturale.  I frutti hanno una importante circonferenza, sono molto più grossi di un cedro, pesanti, la buccia è spessa e bitorzoluta, di colore giallo intenso. La raccolta è manuale ed avviene dalla metà di novembre fino a gennaio. Altra stravaganza: si vende non a peso, ma a dozzine.  La pompia viene citata, per la prima volta, in un testo di agronomia e botanica risalente alla fine del diciottesimo secolo.
Il frutto è appiattito ai poli,  con buccia rugosa e ricca di tubercoli ed ha un contenuto zuccherino modesto. La polpa è costituita da spicchi ben separabili. Ha un odore aspro e pungente, il succo è amaro, dal sapore acido ed è impensabile farne bibite o spremute. La parte bianca, la sottoscorza, viene usata  per ottenere  canditi casalinghi. Nella preparazione dei dolci la scorza viene eliminata, ma non si butta: si utilizza  per estrarne un liquore, il liquore di pompia, di gradazione alcolica 26°, che viene servito ghiacciato.

Il legame con il territorio

 Ha un fortissimo legame storico con Siniscola dove viene usato per la preparazione di due dolci tradizionali “sa Pompia Intrea” e “s’aranzata”. Dolci sempre presenti  in occasione di importanti cerimonie, regalo esclusivo per i padrini dei propri figli e per i testimoni di nozze.

Sa Pompia siniscolesa
Sa Pompia siniscolesa

La Pompia Intrea è di complessa e laboriosa preparazione e richiede tempi lunghissimi (sei ore). Dapprincipio, da due piccoli fori praticati ai poli aiutandosi con le dita, viene tolta tutta la polpa senza rovinare l’involucro. Il “palloncino” ricuperato viene sbollentato poi immerso nel miele, quindi cucinato a fuoco lento, ottenendo una canditura di un bel colore ambrato che smorza l’acidità del frutto, donandogli un gradevole retrogusto dal sapore amarognolo.

“S’aranzata” utilizza la scorza di pompia arricchita di mandorle da servire tassativamente su una foglia di arancio, per augurare fortuna agli sposi nelle cerimonie nuziali.

Nel passato questi dolci erano considerati un bene di lusso in quanto il frutto richiedeva l’aggiunta di ingredienti allora veramente costosi quali mandorle, miele e zucchero. Ora richiedono grande costanza e pazienza proprio perché la preparazione reclama una specifica e lunghissima lavorazione. Immangiabile al naturale, diventa una vera leccornia se condita col miele.

Aperto uno spiraglio, ora la pompia procede verso la notorietà: il frutto ormai viene usato in tantissime preparazioni alimentari, tra cui la panna cotta con pompia, granite, gelati, sorbetti e marmellate. Spalmata sulle carni dona un piacevole contrasto di sapori. Una magia che permette a un frutto non commestibile di diventare una prelibatezza.
Passo dopo passo si fa apprezzare non solo nel campo alimentare, ma chi usa prodotti naturali, trova la realizzazione dei suoi sogni usando prodotti a base di pompia, in quanto il frutto è un ottimo detergente, ricchissimo di prodotti utilizzati nel campo della cosmesi e dell’erboristeria. E’ un trionfo di oli essenziali, antibatterici, antimicotici, antivirali e antinfiammatori, ottimo per le affezioni delle mucose delle vie respiratorie, rimedio efficace per  tosse, raffreddore e mal di gola. Dà il suo contributo anche alla cura dell’apparato genitale femminile e, in alcune patologie, all’apparato gastrointestinale.
La pompia della zona di Siniscola è presidio Slow Food, il che permette di dare la giusta importanza al prodotto e valorizzare il territorio. Le coltivazioni sono assolutamente naturali e permettono di caratterizzare l’ambiente per  rafforzare lo sviluppo e l’economia locale.  Si sta elaborando  un progetto che nasce da una domanda in crescita di prodotti farmaceutici a base di produzioni agricole naturali ed innovative. L’obbiettivo è di lavorare la pompia  in forma industriale, grazie agli studi ed alla ricerca in promozione  presso l’Università di Sassari.  (PHA.RE.Co Essential Oils).

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