Viaggio enogastronomico tra Trapani e le isole Egadi - InformaCibo

Viaggio enogastronomico tra Trapani e le isole Egadi

di Ines Roscio Pavia

Ultima Modifica: 17/08/2021

Trapani appare all’improvviso, dapprima le case bianche in lontananza, qualche fila alberata, prati rinsecchiti dove pascolano le pecore. Se si osserva con attenzione tra le pecore e le vele in mezzo ai mulini a vento, si indovinano le saline che fronteggiano le Egadi.

Terra fascinosa che convinse Virgilio a spedire qui Enea per dare nobiltà a Augusto Imperatore. Fino alla scoperta dell’America il Mediterraneo fu il centro del mondo. Dalle sue acque è passata la storia dell’umanità, in questi luoghi avvennero incontri, scambi, tradizioni, commerci, commistioni di razze e religione, di lingua e di cucina, diventando appassionanti vicende di mille guerre e mille paci, ambizioni e passioni tali da renderle inestricabili.

 

Il miscuglio di marinai, mercanti, ebrei, crociati, pirati, saracini, emiri e visir si tramutarono in un particolare modo di vivere, dal quale si sprigiona simbologia, arte, cultura, musica.  La città finisce dove comincia il mare. I Greci chiamarono la città Drapane, i latini Drepanum, gli arabi Tarabanis.

La lavorazione del corallo risale al XIII secolo, grazie alla ricchezza dei fondali ed agli artigiani corallari che, anche all’epoca,  sui loro semplici banchi situati fra la costa  e le Egadi, sapevano forgiare incantevoli monili.

Ora gli artigiani di via dei Corallari continuano a lavorare con grande perizia e creatività il corallo,  che però proviene dal Mar Rosso o dal Giappone.

La nascita delle prime saline

Saline a Trapani
Saline a Trapani
Furono i Fenici a strappare la terra al mare per creare le prime saline, un vero regalo della natura: quando si alzava la marea, il mare s’infiltrava fra gli scogli e lasciava conche riempite d’acqua salmastra. Il vento di scirocco e il sole le asciugava lentamente.
Si scoprì che quel bianco abbacinante dava sapore ai cibi, poteva essere sciolto  nell’acqua dove le olive venivano riposte senza che si deteriorassero; il pescato minuto, sotto sale, si conservava perfettamente per mesi.

Cosa mangiare a Trapani

Il mercato del pesce è un’estensione di banchi di pescato fresco, salato, essiccato, in un bailamme di vociosi richiami dagli accenti locali e stranieri, gutturali e incomprensibili. A Trapani l’aglio è protagonista: classica la“pasta cu l’agghia” (aglio), i sughi preparati con un pesto a base di aglio, pomodoro, basilico ed olio extra vergine, per condire le “busiate” (listelli di pasta arrotolate attorno all’apposito ferretto), gli “gnocculi” e saporite zuppe. Oltre ai sapori forti, perché non concederci una deliziosa granita, la “scursunera” che viene ricavata dal gelsomino?

Il tonno, re della tavola siciliana

Fra il pescato, la parte del padrone la fa il  tonno, che viene utilizzato in innumerevoli prelibatezze, dalla bottarga ai filetti affumicati, alla “tunnina salata”, alla ficazza (un di insaccato piccante).
Quando è stagione di pesca nei ristoranti locali il tonno viene servito appena scottato, fritto oppure asciugato in forno per meglio apprezzarlo. Durante tutto il corso dell’anno viene lavorato, inscatolato o posto sotto vetro.
E’ protagonista di molte preparazioni: affumicato o sotto forma di bottarga tra gli antipasti, come condimento per i primi piatti, in mille specialità gastronomiche nei secondi. Una piccola escursione nei negozi di “Prodotti di Tonnara” dapprima può incuriosire, poi  sicuramente ingolosisce, spinti da echi remoti di aromi e sapori di un territorio che sapientemente sa coniugare cucina di mare e prodotti di terra.

Verso le isole Egadi

porto di favignana
Favignana
Di fronte a Trapani, In un mare blu cristallino ci appaiono  le isole Egadi:  Favignana, Marettimo e Levanzo sono le più importanti, le altre sono Formica, Maraone e Stagnano, più una serie di terre che si possono definire grossi scogli.
La natura è selvaggia, sono riserva naturale marina, l’acqua a dir poco trasparente, piccole cale accattivanti, silenzio, aria limpida, sfavillante di luce speciale. Vacanze rilassanti cullati dallo sciabordio del mare, immersi nell’intenso profumo di una ricca macchia mediterranea.

Archeologia e storia alle isole Egadi

Appena si pone piede su queste isole ci si sente lontani da tutto e da tutti, immersi in un ambiente ancora incontaminato, di suggestiva bellezza, ma ricco anche di storia. L’uomo fece la sua comparsa su queste isole diecimila anni a.C.; reperti archeologi dimostrano che Favignana era un tutt’uno con la costa sicula, unita a Levanzo da uno stretto ponte di terra. I Fenici vi approdarono nell’ottavo secolo a.C.: in una grotta lasciarono l’incisione di  una nave con una invocazione a Samek (Iside).   Mosaici e resti di un vasto edificio testimoniano il passaggio dei romani.

In questi mari nel 241 a.C. si combattè la battaglia navale  fra Roma e Cartagine, pare nei pressi della Cala Rossa, che fu così chiamata proprio per la crudeltà della battaglia.  Nel  museo locale sono raccolte monete puniche, vetri bizantini e  una lucerna cristiana in argilla.

Nel 1120 Ruggero II, re normanno,  trasformava le torri, fatte  costruire dagli arabi,  in fortezze. Nel  XVI secolo fu la volta della  dominazione aragonese, il succedersi di tanti eventi ha reso il territorio un crogiuolo inestricabile di tradizioni e culture.

A nord di Favignana  affiora l’isola di Levanzo, dove le testimonianze archeologiche si trovano nei fondali.

Nella Grotta del Genovese si entra accucciati e, alla luce della  torcia, si scoprono pitture rupestri di avanzato senso artistico,  che rappresentano animali, mammiferi, uomini, incise con bulini di selce sulla roccia nuda, nel periodo neolitico.

Levanzo
Levanzo

Probabilmente in queste grotte si svolgevano riti ancestrali propiziatori, legati alla caccia. Levanzo è abitata più o meno da duecento persone, è la più piccola, la più lontana e la più selvaggia delle isole. Le  splendide grotte e gli  irti sentieri di montagna  offrono al visitatore l’opportunità di ritrovarsi in perfetta simbiosi con la natura. Ha un piccolo porto che si rispecchia in un mare meraviglioso. E’ la più brulla, ma nei suoi fondali non manca la posidonia oceanica, l’alga bruna, l’alga pavonia, le spugne incrostanti, la margherita di mare.

Marettimo  è la più isolata . Appare come  un blocco montuoso in mezzo al mare, con poche case. Odora di salsedine, di pesca, di barche, di timo e rosmarino. Niente auto, qualche mezzo di locomozione per i trasporti locali, molti asini, utili sui ripidi viottoli. Sentieri  ben curati che invogliano ad effettuare gite lungo tracciati a picco sul mare in assoluto silenzio, rotto soltanto dallo stridio dei gabbiani.

La zona ovest ospita una riserva marina integrale famosa in tutta Europa, un susseguirsi di picchi e guglie che formano un unicum in tutto il Mediterraneo. La flora è particolarmente ricca a Levanzo e Marettimo che possono essere considerate un profumato orto botanico dove le narici possono distinguere l’erica, il lentisco, il leccio e il carrubo, ma soprattutto le zagare.

Prodotti tipici alle Egadi

Le Egadi, nel loro incanto, sanno prendere anche per la gola. Come non apprezzare un piatto di linguine al dente con tonno sott’olio, capperi, aglio, olive nere locali, il tutto profumato da una manciata di prezzemolo?  O il pescato fresco cotto con uva passa, pangrattato, aglio, olio e pomodorini?   Una cucina genuina, semplice e sana, resa saporita dal sapiente uso di aromi, rosmarino, origano, mentuccia, basilico, olive e minuscoli capperi, i più gustosi.

Condividi L'Articolo

L'Autore

collaboratore