Agriturismo, un business che tira: “Da 20 anni in crescita costante” - InformaCibo

Agriturismo, un business che tira: “Da 20 anni in crescita costante”

Lo rileva il report Ismea: filiera corta, agricoltura sociale, fattorie didattiche e ristorazione i punti di forza di un mercato che vale 1,3 miliardi di euro e che raggiunge quasi 13 milioni di presenze

di Vito de Ceglia

Ultima Modifica: 11/02/2019

Filiera corta, agricoltura sociale, fattorie didattiche, energie rinnovabili e molto altro ancora. Sono tante le attività economiche che hanno cambiato il volto del mercato agrituristico italiano negli ultimi anni. Un format, nato e sviluppato in Italia centrale, e oggi diffuso su tutto il territorio nazionale, accompagnato e integrato da altri modelli economici vincenti: la ristorazione, sebbene l’offerta sia decisamente minore rispetto alle potenzialità, e la vendita diretta di prodotti artigianali.

La fotografia del settore arriva dall’ultimo rapporto Ismea, che anche quest’anno dedica all’agriturismo italiano un’ampia analisi. I dati sono relativi al 2017, ma spiegano comunque bene qual è oggi lo stato dell’arte di un mercato che cresce ininterrottamente da 20 anni, raggiungendo quasi 13 milioni di presenze. Si tratta soprattutto di turisti stranieri, tra i quali, accanto ai tradizionali Paesi di provenienza (Germania, Paesi Bassi, Francia e Stati Uniti), si registrano incrementi a doppia cifra di ospiti dal Brasile, Russia, Cina, Croazia e Danimarca. Il fatturato del settore, in aumento del 6,7% rispetto al 2016, è di 1,36 miliardi di euro e l’offerta consta di 23.406 aziende attive (+3,3%).

L’offerta agrituristica per attività

Premesso che l’agriturismo è una delle componenti principali delle attività di supporto e secondarie (economiche) che nel 2017 rappresentano il 22,4% del valore della produzione agricola nazionale. A livello europeo il nostro Paese da solo detiene il 27,4% del valore delle attività secondarie complessivamente prodotto nella Ue, mantenendo il primato. In dettaglio, l’offerta di alloggio aumenta del 2,6% (483 aziende in più) con un incremento dei posti letto del 3,2%, in media 16,2 nuovi posti letto per ogni nuova azienda con alloggio rispetto al 13,2 della media nazionale. L’offerta di ristorazione conta 78 aziende in più (+0,7%) ma si registra un calo (-0,5%) dei posti a sedere. L’offerta di degustazione conferma il trend positivo (+4,2% rispetto al 2016), sebbene più lento rispetto al periodo 2016-15, quando l’aumento era stato dell’8,6%. Anche per le proposte di attività ricreative, sportive e culturali si registra un aumento sul 2016 (+4,3%), con un importante incremento dell’offerta di attività equestri (+10,2%), attività sportive (+5,2%) e didattiche (+3,3%); in calo l’offerta di corsi e delle osservazioni naturalistiche.

Tipologie di attività offerte

L’ospitalità in alloggio continua a rappresentare l’asse portante dell’offerta. Il pernottamento in camere e appartamenti viene infatti proposto dall’82% delle aziende, forti di un patrimonio edilizio recuperato e quindi ricollocato nel ciclo produttivo, grazie anche agli investimenti favoriti dai fondi strutturali dei PSR. Stesso discorso, in termini di investimenti, vale per la ristorazione, ma l’offerta è decisamente minore e viene proposta da poco meno della metà delle aziende. Tuttavia, con la ristorazione e la degustazione (proposta da 1 azienda su 5), che in moltissimi casi accompagnano la vendita diretta dei prodotti, le aziende agrituristiche danno un contributo importante al turismo enogastronomico italiano: nel 2016 si contano 2.533 aziende agrituristiche con produzione e vendita di prodotti Dop e Igp, aumentate del 220,2% in soli 5 anni, nel 2011 erano 791 (Istat, Report 2018). Complessivamente le aziende autorizzate per le attività ricreative, sportive e culturali sono 12.986 (il 55% del totale e in costante crescita), in risposta a una domanda sempre più esigente in termini di fruizione turistica “attiva”, esperienziale e culturale. A livello regionale per numero di aziende spiccano su tutte la Toscana e la Provincia Autonoma di Bolzano con 4.568 e 3.187 (insieme il 33,1% dell’offerta nazionale), segue la Lombardia con 1.637 aziende.

Operatori per attività e servizi offerti

La formula più diffusa prevede la combinazione di due o più attività, scelta praticata da 15.772 aziende pari al 67,4%. In particolare, la formula alloggio con attività ricreative, sportive e culturali viene proposta da 10.757 aziende (56,3% del totale autorizzato all’alloggio), in aumento (+3,5%) sul 2016; l’alloggio con la ristorazione è offerta da 8.225 aziende (43%) e la ristorazione con attività ricreative, sportive e culturali da 6.635 aziende (il 58,2% delle autorizzate alla ristorazione). Rispetto al 2016 aumentano tutte le combinazioni con la degustazione: alloggio (+3,9%), ristorazione (+3,7%) e attività ricreative, sportive e culturali (+5,2%). A livello regionale la formula alloggio e ristorazione risulta più diffusa in Toscana (1.327 aziende), Lombardia (558) ed Emilia-Romagna (543); con 301 aziende la Lombardia è la regione con il maggior numero di aziende autorizzate alla sola ristorazione, insieme alla Provincia Autonoma di Bolzano (210 aziende) e al Friuli-Venezia Giulia (202).

La capacità ricettiva in Italia

L’ospitalità agrituristica dispone di una dotazione di 253.328 posti letto, 7.855 in più rispetto al 2016 (+3,2%), di cui il 56% (141.986 posti letto) sono disponibili in camere distribuite in 11.772 aziende e il 44% (111.342) in 9.527 appartamenti. In confronto al 2016, i posti letto in appartamenti fanno registrare un aumento più sensibile (+5,3%) rispetto ai posti in camere (+1,6%), per via del maggiore aumento delle aziende con appartamenti (+3,5%) rispetto alle aziende con camere (+1,3%). L’offerta di alloggio si completa con 11.746 piazzole di sosta per l’agricampeggio (+3,3% sul 2016) disponibili in 1.370 aziende (+2,1%). La media nazionale di posti letto per azienda è pari a 13,2 (13 nel 2016).

Per la ristorazione i posti a sedere complessivi in Italia sono 441.771, con un lieve calo (-0,5%) rispetto al 2016; la media nazionale di posti a sedere per azienda è pari a 38,7 (39,2 nel 2016). A livello regionale il 24,8% (62.779) dei posti letto totali si trova in Toscana, 23.775 nella Provincia Autonoma di Bolzano e 23.498 in Umbria, rispettivamente il 9,4% e il 9,3% della capacità ricettiva nazionale. Circa la dotazione di piazzole di sosta, la Puglia detiene il primato nazionale con 2.205 piazzole (18,8% del totale), seguono Sicilia (1.385) e Abruzzo (1.120). La ristorazione per numero di posti a sedere vede in testa il Veneto con 44.355 posti (il 10% del totale nazionale), poi la Sardegna (42.331) e la Lombardia (40.404).

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L'Autore

giornalista Osservaitalia