Chiaretto della Valtènesi: il “vino di una notte” color tramonto - InformaCibo

Chiaretto della Valtènesi: il “vino di una notte” color tramonto

Il territorio, la storia e il consorzio di tutela di questo speciale vino rosato che nasce sulla sponda occidentale del Garda. Un luogo speciale, eletto tra le migliori destinazoni per wine lovers

di Alessandra Favaro

Ultima Modifica: 23/01/2019

C’è tutto il necessario per innamorarsi in Valtènesi la “casa” del Chiaretto e del Groppello, vitigno autoctono coltivato nella zona ancora prima della scoperta dell’America con cui si produce il famoso vino rosato locale. Di questo vitigno ne resistono non più di 500 ettari, coltivati solo in questo territorio, che lo rendono non solo prezioso, ma anche tipico e identitario della storia vinicola locale. Il Groppello è infatti l’elemento determinante della denominazione  che prevede due vinificazioni, in rosso e rosè localmente chiamato Chiaretto. Un vino che prende il colore dei tramonti sul lago, dei vigneti arrossati dal calare del sole. Non a caso questo territorio, fatto di vigne, acqua, colline, è attualmente tra le destinazioni enogastronomiche più interessanti  dai wine lovers.

La Valtènesi si snoda tra i comuni di Manerba del Garda, Moniga del Garda, Padenghe sul Garda, Soiano del Lago. Terra di borghi e castelli, di chiese e aree archeologiche. Luoghi d’elezione per diversi prodotti tipici locali, come l’olio del Garda Dop, il pesce di lago, il tartufo della Valtenesi. E, ovviamente, i vini.

Il Chiaretto, il “vino di una notte”

vino rosato

 

Correva l’anno 1896 quando il senatore del Regno a Salò Pompeo Molmenti fissò le regole di un nuovo vino nella sua cantina di Villa Brunati a Moniga del Garda .Così diede vita al Chiaretto, un vino Doc tipico di questa zona. La tecnica della vinificazione in rosato ideata permette di ottenere il cosiddetto “vino di una notte” (marchio registrato).

Il tipico colore del Chiaretto (credits photo Consorzio Valtènesi)
Il tipico colore del Chiaretto (credits photo Consorzio Valtènesi)

Il nome deriva dall’antico processo per produrre il chiaretto che consisteva nel pigiare con molta delicatezza le uve, e lasciarle sulle bucce solo poche ore, la durata di una notte insomma,  per ottenere il classico colore di questo vino, rosa tenue. Se le uve vengono lasciate troppo poco il vino diventa scialbo, se restano troppo, si ottiene un rosato qualunque. Si chiama “vinificazione con svinatura per alzata di cappello”

Questa metodologia fu codificata dall’attuale Ente vini Bresciani negli anni ’60. Oggi la regola principale parte dal vigneto le cui uve vengono raccolte con il giusto grado di acidità e pH esclusivamente per la produzione dei vini rosè.

I vitigni della Valtènesi

tramonto
Un tramonto sul lago di Garda in Valtènesi

Ma nella Valtènesi sono presenti anche altre quattro varietà di uve: Marezzino, Barbera, Sangiovese e Rebo.La superficie vitata è di poco inferiore ai 1000 ettari, di cui 800 destinati alla produzione di uve a bacca nera per la produzione di Chiaretto e rossi, produzioni più tipiche del comprensorio..

I vitigni principali in ordine decrescente sono: Groppello, Marzemino, Barbera, Sangiovese e Rebo

Il consorzio Valtènesi

Il Consorzio Valtènesi associa 96 produttori: due terzi dei quali sono imbottigliatori presenti sul mercato con proprio marchio, mentre un terzo della base sociale è composta da produttori di uva.  Il gruppo ha concluso un 2018 di grandi soddisfazioni annunciando strategie e progetti per il nuovo anno. La produzione complessiva di uva DOC è pari a circa 50 mila quintali all’anno, per una produzione di 32 mila ettolitri di vino. La relativa capacità produttiva è pari a 4,6 milioni di bottiglie di cui attualmente sul mercato con la Denominazione di origine controllata 3,3 milioni.

Alla produzione di rosè vengono destinati circa 25 mila quintali di uva, per un totale di 15 mila ettolitri di vino e circa 2 milioni di bottiglie in costante crescita nell’ultimo triennio.

L’obiettivo principale rimane la ricerca di sinergie come il Patto di promozione unitaria sottoscritto lo scorso anno con i consorzi di tutela di quattro grandi rosati Doc italiani da uve autoctone (Chiaretto di Bardolino, Cerasuolo d’Abruzzo, Castel Del Monte e Salice Salentino).

Collaborazione presentata in occasione di Vinitaly, ampliata a fine anno al consorzio del Cirò in occasione del Merano Wine Festival, ora pronta a rilanciare con una nuova, importante iniziativa.

“Il 31 gennaio saremo a Roma tentare di dare vita all’Istituto del Vino Rosa Italiano – annuncia il presidente del Consorzio Valtènesi Alessandro Luzzago -. Siamo al lavoro per formalizzare un progetto che auspichiamo finalizzato non unicamente alla mera attività promozionale quanto ad un’autentica crescita culturale ed alla ricerca sulla tradizione dei grandi vini rosati italiani”.

I riconoscimenti

Grazie anche a questa collaborazione interconsortile, il 2018 è stato del resto un anno di forte affermazione per i rosé della Valtènesi, coronato dalla conquista dei Tre Bicchieri per il Valtènesi Chiaretto Molmenti (millesimo 2015) dell’azienda Costaripa di Moniga, che ha anche ottenuto il premio per il Miglior Rosato d’Italia istituito per la prima volta proprio in questa occasione dalla redazione del Gambero Rosso.

“Ci riempie d’orgoglio il fatto che un Valtènesi sia stato il primo rosé in assoluto ad ottenere il più importante riconoscimento del mondo del vino italiano – spiega Luzzago -. Un traguardo che sta a testimoniare la grande crescita compiuta dal nostro territorio nel giro degli ultimi anni ed avrà sicuramente ripercussioni importanti nell’immediato futuro”.

Garda tra le destinazioni vinicole top del 2019

Nuove importanti opportunità potrebbero derivare anche dal recente endorsement di Wine Enthusiast, che ha decretato il Garda come unica area italiana nella classifica delle dieci destinazioni vinicole top al mondo da visitare nel 2019.

“Stiamo lavorando anche su questo fronte con Lugana, Custoza e Bardolino per sfruttare congiuntamente la grande occasione di visibilità offerta su un piatto d’argento dalla prestigiosa testata americana – spiega il presidente -. Come già successo con il patto a sei per i rosati, anche in questa occasione puntiamo a metterci in relazione con altre realtà contigue per fare sinergia nel nome di una promozione più forte ed articolata”.

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L'Autore

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