Nelle Madonie alla scoperta della manna, il “pane degli angeli” - InformaCibo

Nelle Madonie alla scoperta della manna, il “pane degli angeli”

In Sicilia torna la tradizione di coltivare la linfa speciale, tutelata da un Consorzio. Ecco perché proprio qui

di Alessandra Favaro

Ultima Modifica: 23/07/2018

La manna non piove dal cielo, ma ha un’origine ben radicata nella terra. Come nel Parco Nazionale delle Madonie, paradiso verde che si estende per oltre 160 Km2 nel versante nord-ovest della Sicilia, a circa 90 chilometri da Palermo (nella foto in alto, uno scorcio a cura di Allan Harris, via Flickr).

Qui sta tornando in voga la coltivazione dei frassini per produrre manna, un dolcificante naturale ricco di proprietà benefiche per l’organismo e la pelle, seguendo riti antichi tramandati da generazioni. 

Ma cosa è la manna? Cosa significa? E’ un prodotto della terra antichissimo, come il suo nome.

Il termine “manna” deriva dall’aramaico ebraico ‘Mân Hu?’ (‘Cosa è?’) ovvero la domanda, come narra la Bibbia, che gli ebrei stremati e affamati rivolsero a Mosè che li stava guidando nel deserto nel veder cadere dal cielo un cibo a loro sconosciuto, miracolosamente mandato da Dio .

Il legame con la Sicilia

Da oltre 500 anni la manna è patrimonio del sistema agricolo siciliano. Presidio Slow food e nell’elenco dei Prodotti agroalimentari tradizionali del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, la sua produzione in Sicilia risale alla seconda metà del XVI secolo, ma si sviluppò in maniera intensiva soltanto nel XVIII secolo, quando, oltre alla intera zona delle Madonie, la coltivazione del frassino da manna si estese anche nelle zone a ovest di Palermo fino al trapanese.

Dove si coltiva

Dall’ultimo dopoguerra in poi la produzione di manna, divenuta poco remunerativa, si ridusse notevolmente,  rimanendo quasi esclusivamente nel comprensorio Madonita e, in particolare, dei territori di Castelbuono e Pollina.  Oggi, è qui che 60 ettari di frassineti sono tornati a produrre manna grazie alla passione delle giovani generazioni e di un consorzio per rilanciare il mercato, il Consorzio Manna Madonita. 

I territori di Pollina e Castelbuono infatti sono il luogo ideale per la coltivazione dei frassini da manna perché caratterizzati da elevate temperature, scarse escursioni termiche e bassa umidità dell’aria durante tutto il periodo di produzione (da fine giugno a metà settembre). 

Castelbuono, nelle Madonie, dove si coltiva la manna (foto di Erik Törner dia Flickr)

L’estate è tempo di manna

Verso la seconda o terza decade di luglio, i frassinicoltori (detti anche mannaroli o, in siciliano, ntaccaluori) verificano lo stato di maturazione delle piante facendo piccole incisioni, sulla corteccia del frassino con una particolare roncola molto affilata e appuntita, detta mannalouru o cutiéddu à manna.

Da questi solchi sgorga un liquido ceruleo e amaro che, a contatto con l’aria, si rapprende rapidamente formando uno strato cristallino biancastro: la manna.

Per raccoglierla i mannaroli inseriscono sotto l’incisione una piccola lamina d’acciaio a cui viene legato un filo di nailon lungo il quale, nei giorni successivi, la manna gocciola formando piccole stalattiti, i cosiddetti ‘cannoli’ che, del tutto privi di impurità, sono molto pregiati sul mercato. La parte di linfa che si rapprende sul tronco viene raschiata e costituisce la ‘manna in rottame’, la qualità meno pregiata.

Il “pane degli angeli”

La manna, da sempre, racchiude in sé fascino e mistero. I greci e i romani la conoscevano col nome di Miele di rugiada, nelle Sacre Scritture veniva definita Pane degli angeli.

Un frassino inciso da cui fuoriesce la manna, una linfa dalle proprietà speciali, in Sicilia

Utilizzata per secoli come dolcificante naturale a basso contenuto di glucosio e fruttosio, come depurativo e digestivo, ma anche come lassativo privo di controindicazioni, oggi la manna sta guadagnandosi spazi sempre più importanti come prodotto di nicchia in ambito gastronomico. Una dolce delizia per palati gourmet, da provare anche in loco al ristorante Nangalarruni di Castelbuono, con il suo maialino in crosta di manna mandorle e pistacchio, e durante le Feste con le dolcezze di Nicola Fiasconaro, titolare dell’omonima azienda familiare, famoso per la sua produzione di panettoni in Sicilia. Panettoni alla manna e“Oro di Manna” dolce artigianale con crema di manna da spalmare ricoperto di glassa bianca e colata di mannetti.

Il territorio

Il parco delle Madonie istituito nel 1989, comprende 15 comuni, piccoli centri seminascosti fra i boschi, ricchi di storia e costellati da castelli medievali e da vestigia romane.

La presenza di alte cime e un clima caratterizzato da inverni lunghi ed estati calde ma non afose, rendono quest’area estremamente variegata.

Il parco ospita oltre la metà delle specie vegetali siciliane alcune delle quali estremamente rare come ad esempio l’Abies Nebrodensis in via di estinzione (se ne contano ormai solo 29 esemplari).

La fauna è rappresentata da volpi, istrici , lepri, martore e da numerose altre specie di mammiferi. Davvero incontabili gli uccelli e gli invertebrati. Molto significativi sono anche gli aspetti geologici e paesaggistici. Da vari punti è possibile osservare straordinari paesaggi inquadrando da lontano l’Etna, i Nebrodi e le isole Eolie che le albe e i tramonti tingono di splendidi colori regalando scorci quasi irreali. Il fascino delle Madonie è racchiuso in un mix naturale fatto di natura rigogliosa, di storia millenaria e di cultura contadina ancora viva.

Condividi L'Articolo

L'Autore

giornalista