Rapporto Ristorazione Fipe 2020: la ripresa nel 2022 tra digital e delivery

Rapporto Ristorazione Fipe 2020: la ripresa nel 2022 con servizi digitali, qualità e delivery

di Oriana Davini

Ultima Modifica: 20/05/2021

Era uno dei settori più dinamici e attivi dell’economia italiana ma dopo un anno di pandemia i Pubblici esercizi alzano bandiera bianca: il Rapporto Ristorazione 2020, presentato da Fipe-Confcommercio, conferma che la situazione di bar e ristoranti italiani è da profondo rosso.

Ma se i numeri negativi erano purtroppo attesi, la Federazione italiana dei pubblici esercizi ha scelto di fare un passo oltre, affiancando il rapporto annuale con un’indagine sui prossimi mesi e le prospettive di ripartenza, realizzata in collaborazione con Bain & Company e TradeLab. 

I numeri

Lo scenario del comparto alloggio e ristorazione negli ultimi 14 mesi somiglia a un bollettino di guerra: tra chiusure e restrizioni, si sono persi 514mila posti di lavoro, il doppio di quelli creati dal 2013.

Sotto la scure dell’incertezza, il sentimento che ha pervaso e tuttora aleggia sul settore, è crollato della metà anche il numero delle nuove attività avviate nell’anno. Inoltre, il 97.5% delle imprese ha registrato nel 2020 un calo di fatturato, che per sei ristoratori su 10 è stato di oltre la metà del volume d’affari dell’anno precedente.

Il morale, insomma, è basso: tanto più che quasi il 90% degli imprenditori ritiene inutili o poco efficaci i sostegni messi in campo dal governo.

“Dal primo lockdown ad oggi – spiega Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio – gli imprenditori dei Pubblici Esercizi hanno vissuto una vera e propria odissea, dovendo fare i conti con il crollo del fatturato, l’impossibilità a pianificare la loro attività e una diffusa sensazione di accanimento dei provvedimenti, non giustificato dai dati, nei loro confronti”.

Questo per quanto riguarda l’offerta, ma la pandemia ha modificato profondamente anche la domanda, rendendo meno sofisticati i consumi degli italiani: per dare un’idea, la spesa domestica non ha coperto nemmeno il 20% di quanto perso con lo stop a bar e ristoranti.

Il futuro tra digitale e food delivery

rapporto-ristorazione-fipe

Cambiando prospettiva, non tutto è perduto: come spesso accade, in ogni crisi ci sono anche opportunità per chi sa coglierle.

E infatti, rivela il Rapporto Fipe, i nuovi usi e consumi degli italiani hanno spinto gli imprenditori della ristorazione a puntare su nuovi servizi digitali, sulla diversificazione dell’offerta e una migliore qualità dei prodotti agroalimentari, oltre che su una cucina in grado di renderli riconoscibili e valorizzarli.

L’84% degli imprenditori scommette sulla ripresa del settore una volta terminata l’emergenza: il 2021, dicono gli intervistati, sarà ancora un anno di fatturati in calo (la stima è del 20%): la scommessa, dunque, è per il 2022-2023.

“Le novità introdotte per le riaperture serali dei Pubblici Esercizi e lo spostamento del coprifuoco – sottolinea il presidente – , sono ulteriori importanti passi in avanti per il recupero della normalità operativa, pre-requisito per dare prospettive di fiducia ad imprenditori in grande difficoltà, sebbene rimanga la criticità per l’intrattenimento e le discoteche. Se a questo provvedimento si aggiungessero nuovi sostegni per consentire la gestione delle contingenti drammatiche difficoltà e a trattenere l’occupazione del settore, arginando la pericolosa dispersione di competenze, si aprirebbero scenari di vero rilancio per il settore”.

Leggi anche: Prove pratiche di ristorazione del futuro: le voci di 10 imprenditori del food da Nord a Sud

Condividi L'Articolo

L'Autore

giornalista

Giornalista specializzata in turismo e itinerari enogastronomici